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SPORT CESARINO è lo spazio dedicato alla nostra Porto Cesareo, rivivendo attraverso racconti e testimonianze le emozioni e la bellezza dello sport. Inoltre fari puntati anche sui nuovi eventi sportivi proposti.
CAMPO SPORTIVO
DON VINCENZO ZAGA' (prima parte)
di Alessio Peluso
Tipica giornata estiva nella nostra amata Porto Cesareo. Il corso in Via Garibaldi è relativamente tranquillo, trattandosi di un giorno infrasettimanale. Il solito via vai tra le varie commesse dei negozi di abbigliamento, qualche rosticceria aperta, qualche cesarino che gusta la sua sigaretta davanti al piccolo tabacchino e il profumo inebriante di dolci, precisamente di crepes farcite golosamente con la nutella. Giungo nella piazzetta principale. Noto due uomini di lungo corso che chiacchierano. Sono indeciso, quindi decido di proseguire oltre. Un breve tragitto in giro per il centro, poi percepisco che è il caso di ritornare e provarci. Di fronte alla storica “Pizzeria da Antimo”, trovo appunto Antimo Rizzello. Un uomo sanguigno, arrembante, nonostante gli anni trascorrano veloci. Riesco a distoglierlo per qualche minuto dalla sua compagnia di amici e chiedo lumi sul calcio cesarino. Gli occhi si accendono, il cenno del capo è positivo. Il giorno dopo alle 18,30 nel suo storico locale è fissato l’appuntamento. Puntuale mi presento e noto una piacevole sorpresa: ad attendermi sono in due! Oltre ad Antimo, c’è Fernando Giaccari. Anche lui ha vissuto e sentito il profumo del “Campo Sportivo Don Vincenzo Zagà”. Correva l’anno 1962, secondo quanto affermato da Antimo, quando iniziarono i lavori di spianamento del campo. Pietre durissime da ripianare, un lavoro arduo da compiere. Inizialmente si procede “a tentoni”, con quelle che loro definiscono simpaticamente mine.
PUBBLICATO NEL MARZO 2021
Tipica giornata estiva nella nostra amata Porto Cesareo. Il corso in Via Garibaldi è relativamente tranquillo, trattandosi di un giorno infrasettimanale. Il solito via vai tra le varie commesse dei negozi di abbigliamento, qualche rosticceria aperta, qualche cesarino che gusta la sua sigaretta davanti al piccolo tabacchino e il profumo inebriante di dolci, precisamente di crepes farcite golosamente con la nutella. Giungo nella piazzetta principale. Noto due uomini di lungo corso che chiacchierano. Sono indeciso, quindi decido di proseguire oltre. Un breve tragitto in giro per il centro, poi percepisco che è il caso di ritornare e provarci. Di fronte alla storica “Pizzeria da Antimo”, trovo appunto Antimo Rizzello. Un uomo sanguigno, arrembante, nonostante gli anni trascorrano veloci. Riesco a distoglierlo per qualche minuto dalla sua compagnia di amici e chiedo lumi sul calcio cesarino. Gli occhi si accendono, il cenno del capo è positivo. Il giorno dopo alle 18,30 nel suo storico locale è fissato l’appuntamento. Puntuale mi presento e noto una piacevole sorpresa: ad attendermi sono in due! Oltre ad Antimo, c’è Fernando Giaccari. Anche lui ha vissuto e sentito il profumo del “Campo Sportivo Don Vincenzo Zagà”. Correva l’anno 1962, secondo quanto affermato da Antimo, quando iniziarono i lavori di spianamento del campo. Pietre durissime da ripianare, un lavoro arduo da compiere. Inizialmente si procede “a tentoni”, con quelle che loro definiscono simpaticamente mine.
PUBBLICATO NEL MARZO 2021
CALCIO CESARINO:
GLI ANNI '50 (prima parte)
di Alessio Peluso
Cosimo Rizzello, Antimo Rizzello e Antonio Martina rappresentano il cuore pulsante di una testimonianza viva, che traspare negli occhi. A loro affido la ricostruzione calcistica degli anni ‘50. Due i campi principali in uso che riportiamo in ordine prettamente cronologico: al primo già noto “Campu di la Korea”, si aggiungerà “Lu Campu di la Santina” che prende il nome da un’antica bottega alimentare, molto conosciuta nel nostro paese. Entrambi avevano caratteristiche simili, riscontrabili nella terra, nella polvere, nelle pietruzze, nelle buche, poiché erano terreni dove si zappava e si coltivavano i lampascioni. Differenza particolare e curiosa allo stesso tempo, la si nota nel campo della Santina, in quanto in prossimità della linea laterale di destra, vi era la presenza di un palo della luce in mezzo al campo; anch’esso involontariamente prendeva parte alla contesa, ostacolando o interrompendo la corsa dei giocatori. L’abbigliamento potremmo definirlo abbastanza casuale, le divise rappresentavano una chimera e distinguere i compagni di squadra dagli avversari era un problema quotidiano, nelle innumerevoli sfide in cui erano coinvolti numerosi giocatori che costituiranno per buona parte il Porto Cesareo negli anni a seguire: da Nino Minnella a Cosimo Rizzello, entrambi portieri, passando per i difensori come Salvatore D’Andria, Sergio Ricciato e Pietro Latino, a cui si aggiungeva il cosiddetto il libero Antimo Presicce; aggiungiamo all’elenco Federico Calasso mezz’ala, Alfredo Calasso regista davanti alla difesa e Cosimo Calasso esterno; tra gli attaccanti a disposizione, Gregorio Indirli, Francesco (Ciccio) Latino e Achille Spagnolo; tutte sfide in tono amichevole o al massimo rionale, ma comunque accese.
PUBBLICATO NEL GENNAIO 2021
Cosimo Rizzello, Antimo Rizzello e Antonio Martina rappresentano il cuore pulsante di una testimonianza viva, che traspare negli occhi. A loro affido la ricostruzione calcistica degli anni ‘50. Due i campi principali in uso che riportiamo in ordine prettamente cronologico: al primo già noto “Campu di la Korea”, si aggiungerà “Lu Campu di la Santina” che prende il nome da un’antica bottega alimentare, molto conosciuta nel nostro paese. Entrambi avevano caratteristiche simili, riscontrabili nella terra, nella polvere, nelle pietruzze, nelle buche, poiché erano terreni dove si zappava e si coltivavano i lampascioni. Differenza particolare e curiosa allo stesso tempo, la si nota nel campo della Santina, in quanto in prossimità della linea laterale di destra, vi era la presenza di un palo della luce in mezzo al campo; anch’esso involontariamente prendeva parte alla contesa, ostacolando o interrompendo la corsa dei giocatori. L’abbigliamento potremmo definirlo abbastanza casuale, le divise rappresentavano una chimera e distinguere i compagni di squadra dagli avversari era un problema quotidiano, nelle innumerevoli sfide in cui erano coinvolti numerosi giocatori che costituiranno per buona parte il Porto Cesareo negli anni a seguire: da Nino Minnella a Cosimo Rizzello, entrambi portieri, passando per i difensori come Salvatore D’Andria, Sergio Ricciato e Pietro Latino, a cui si aggiungeva il cosiddetto il libero Antimo Presicce; aggiungiamo all’elenco Federico Calasso mezz’ala, Alfredo Calasso regista davanti alla difesa e Cosimo Calasso esterno; tra gli attaccanti a disposizione, Gregorio Indirli, Francesco (Ciccio) Latino e Achille Spagnolo; tutte sfide in tono amichevole o al massimo rionale, ma comunque accese.
PUBBLICATO NEL GENNAIO 2021
CALCIO CESARINO:
GLI ANNI '50 (seconda parte)
di Alessio Peluso
Il merito e la bravura dei tanti nomi citati (qualcuno sarà sfuggito inevitabilmente), va anche ricercato nel modo in cui si giocava. Infatti, la mancanza di scarpe è un anello di congiunzione inconfondibile con il precedente triennio 1949 – 1951. I piedi dei calciatori assumevano i contorni di vere e proprie rocce, abituati a sopportare ogni tipo di contrasto, dolore, soprattutto se ci si sofferma su altri modi singolari con cui si creava il pallone. Partiamo dall’affascinante ricostruzione di Cosimo Rizzello, il quale narra di molti stracci (da lui chiamati comunemente “pezze”) appallottolati con corde di fortuna e in alcune occasioni con i più familiari “calari”, corde usate dai pescatori cesarini. Immaginiamo lo sforzo a cui venivano sottoposte le povere dita… Altra ricostruzione invece, quella di Antonio Martina, il quale ci riporta con il pensiero ad un pallone che veniva gonfiato e chiuso con un comune spillo; questo non era sufficiente, per cui si usavano spesso i lacci delle scarpe, che venivano annodati e creavano non pochi impicci sulle palle aeree. Possiamo affermare che gli anni ’50 si snodavano in questo modo, molto genuino e spontaneo di frequentare il calcio. La conferma è nelle parole dello stesso Cosimo Rizzello, che a cavallo tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 si incaricherà di portare nel nostro territorio le molte scarpe, donate da società quali Leverano, Veglie e Campi Salentina. Lo sforzo e il sacrificio compiuto per lo spostamento con la sua amata Bianchina dell’epoca, risulterà nella maggior parte dei casi vano, in quanto quasi tutti i giocatori erano abituati oramai a giocare scalzi e senza protezione. Impensabile oggi tutto questo, qualcosa di ordinario in quel decennio, in cui Porto Cesareo stava costruendo le fondamenta del suo futuro calcistico.
PUBBLICATO NEL FEBBRAIO 2021
Il merito e la bravura dei tanti nomi citati (qualcuno sarà sfuggito inevitabilmente), va anche ricercato nel modo in cui si giocava. Infatti, la mancanza di scarpe è un anello di congiunzione inconfondibile con il precedente triennio 1949 – 1951. I piedi dei calciatori assumevano i contorni di vere e proprie rocce, abituati a sopportare ogni tipo di contrasto, dolore, soprattutto se ci si sofferma su altri modi singolari con cui si creava il pallone. Partiamo dall’affascinante ricostruzione di Cosimo Rizzello, il quale narra di molti stracci (da lui chiamati comunemente “pezze”) appallottolati con corde di fortuna e in alcune occasioni con i più familiari “calari”, corde usate dai pescatori cesarini. Immaginiamo lo sforzo a cui venivano sottoposte le povere dita… Altra ricostruzione invece, quella di Antonio Martina, il quale ci riporta con il pensiero ad un pallone che veniva gonfiato e chiuso con un comune spillo; questo non era sufficiente, per cui si usavano spesso i lacci delle scarpe, che venivano annodati e creavano non pochi impicci sulle palle aeree. Possiamo affermare che gli anni ’50 si snodavano in questo modo, molto genuino e spontaneo di frequentare il calcio. La conferma è nelle parole dello stesso Cosimo Rizzello, che a cavallo tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 si incaricherà di portare nel nostro territorio le molte scarpe, donate da società quali Leverano, Veglie e Campi Salentina. Lo sforzo e il sacrificio compiuto per lo spostamento con la sua amata Bianchina dell’epoca, risulterà nella maggior parte dei casi vano, in quanto quasi tutti i giocatori erano abituati oramai a giocare scalzi e senza protezione. Impensabile oggi tutto questo, qualcosa di ordinario in quel decennio, in cui Porto Cesareo stava costruendo le fondamenta del suo futuro calcistico.
PUBBLICATO NEL FEBBRAIO 2021
CALCIO CESARINO:
TRIENNIO 1949 - 1951 (quarta parte)
di Alessio Peluso
Tra le partite rimaste negli annali, spicca sicuramente Porto Cesareo – Carmiano: gli ospiti giunti nel nostro paesino con tanti confetti, poiché dovevano partecipare a un matrimonio, avevano divise invidiabili e gran parte dei cesarini temevano una brutta batosta. Il campo invece smentì i sentori della vigilia e dopo appena 20’ di gioco i Delfini Azzurri si portarono sul doppio vantaggio. Prima Gregorio Indirli, poi capolavoro balistico di Giuseppe “Pippi” Rizzello, il quale calciando con forza da centrocampo, aiutato dal vento favorevole e dalla dea bendata, sorprese il portiere avversario. Il pubblico era in delirio e alla fine del primo tempo i cesarini non credevano ai loro occhi. Purtroppo nella ripresa, la differenza tecnica venne fuori e il Carmiano ribaltò il match, vincendo 4 a 2. La delusione fu cocente ed è percettibile a distanza di 70 anni nel tono di voce di Giuseppe Fanizza. Una rabbia e un dispiacere che i tifosi dei Delfini Azzurri, fecero fatica a digerire. Smaltita la beffa la formazione cesarina proseguì il suo percorso calcistico, continuandosi ad allenare durante la settimana, facendo convivere gli impegni lavorativi della pesca con gli allenamenti, che si tenevano in varie zone. In primis nell’attuale piazzale della Pro Loco, dove si calciava e si tirava senza troppe remore; questo modo di fare, non era ben visto dall’allora capoguardia del nostro paese Egidio De Monte, che spesso era costretto a sequestrare il pallone per evitare guai peggiori. In alternativa ci si allenava lungo la “Riviera di Ponente”, a pochi metri dal mare. È il 1951 l’anno in cui si conclude il triennio d’oro, ma molti dei protagonisti citati catalizzeranno l’intero decennio, di cui parleremo nel prossimo capitolo.
PUBBLICATO NEL DICEMBRE 2020
Tra le partite rimaste negli annali, spicca sicuramente Porto Cesareo – Carmiano: gli ospiti giunti nel nostro paesino con tanti confetti, poiché dovevano partecipare a un matrimonio, avevano divise invidiabili e gran parte dei cesarini temevano una brutta batosta. Il campo invece smentì i sentori della vigilia e dopo appena 20’ di gioco i Delfini Azzurri si portarono sul doppio vantaggio. Prima Gregorio Indirli, poi capolavoro balistico di Giuseppe “Pippi” Rizzello, il quale calciando con forza da centrocampo, aiutato dal vento favorevole e dalla dea bendata, sorprese il portiere avversario. Il pubblico era in delirio e alla fine del primo tempo i cesarini non credevano ai loro occhi. Purtroppo nella ripresa, la differenza tecnica venne fuori e il Carmiano ribaltò il match, vincendo 4 a 2. La delusione fu cocente ed è percettibile a distanza di 70 anni nel tono di voce di Giuseppe Fanizza. Una rabbia e un dispiacere che i tifosi dei Delfini Azzurri, fecero fatica a digerire. Smaltita la beffa la formazione cesarina proseguì il suo percorso calcistico, continuandosi ad allenare durante la settimana, facendo convivere gli impegni lavorativi della pesca con gli allenamenti, che si tenevano in varie zone. In primis nell’attuale piazzale della Pro Loco, dove si calciava e si tirava senza troppe remore; questo modo di fare, non era ben visto dall’allora capoguardia del nostro paese Egidio De Monte, che spesso era costretto a sequestrare il pallone per evitare guai peggiori. In alternativa ci si allenava lungo la “Riviera di Ponente”, a pochi metri dal mare. È il 1951 l’anno in cui si conclude il triennio d’oro, ma molti dei protagonisti citati catalizzeranno l’intero decennio, di cui parleremo nel prossimo capitolo.
PUBBLICATO NEL DICEMBRE 2020
CALCIO CESARINO:
TRIENNIO 1949 - 1951 (terza parte)
di Alessio Peluso
La guida tecnica era affidata a Pinuccio Petrarota, originario di Ruvo di Puglia, conosciuto a Porto Cesareo, per aver avuto anni or sono, il noto “Bar Nautilus”. Il nome faceva riferimento a un sommergibile varato per la prima volta dalla Marina degli Stati Uniti nel 1954. Emergono alcuni aneddoti sportivi incredibili, dalla preziosa testimonianza di Giuseppe Fanizza. Rimango sorpreso nel riscontrare come anch’egli, al tempo adolescente, ricordi ancora con chiarezza ed impatto emotivo un gol da cineteca siglato da Francesco “Ciccio” Latino, rapidissimo ed ambidestro. Così in una delle sfide amichevoli disputate contro una compagine neretina (Nardò), Latino calciando un corner dalla destra, riuscì ad insaccare il pallone in rete, colpendolo con l’esterno destro. Già solo immaginarlo un colpo del genere è da veri fenomeni, per realizzarlo è fondamentale una proprietà tecnica non comune. Personalmente ho avuto la fortuna di aver incontrato Latino in più occasioni, nelle quali spesso e volentieri mi raccontava questa marcatura impressa nella memoria. Averla ritrovata nelle parole di Giuseppe Fanizza è stato emozionante, in quanto lo stesso Latino ha lasciato il nostro mondo nel marzo 2020. Porto Cesareo non effettuava trasferte, eccezion fatta per due sole amichevoli disputate a Leverano: in entrambi i casi onorevole sconfitta per 2 a 0, considerando il fatto che il Leverano navigava già in Prima Categoria, con buoni risultati.
PUBBLICATO NEL NOVEMBRE 2020
La guida tecnica era affidata a Pinuccio Petrarota, originario di Ruvo di Puglia, conosciuto a Porto Cesareo, per aver avuto anni or sono, il noto “Bar Nautilus”. Il nome faceva riferimento a un sommergibile varato per la prima volta dalla Marina degli Stati Uniti nel 1954. Emergono alcuni aneddoti sportivi incredibili, dalla preziosa testimonianza di Giuseppe Fanizza. Rimango sorpreso nel riscontrare come anch’egli, al tempo adolescente, ricordi ancora con chiarezza ed impatto emotivo un gol da cineteca siglato da Francesco “Ciccio” Latino, rapidissimo ed ambidestro. Così in una delle sfide amichevoli disputate contro una compagine neretina (Nardò), Latino calciando un corner dalla destra, riuscì ad insaccare il pallone in rete, colpendolo con l’esterno destro. Già solo immaginarlo un colpo del genere è da veri fenomeni, per realizzarlo è fondamentale una proprietà tecnica non comune. Personalmente ho avuto la fortuna di aver incontrato Latino in più occasioni, nelle quali spesso e volentieri mi raccontava questa marcatura impressa nella memoria. Averla ritrovata nelle parole di Giuseppe Fanizza è stato emozionante, in quanto lo stesso Latino ha lasciato il nostro mondo nel marzo 2020. Porto Cesareo non effettuava trasferte, eccezion fatta per due sole amichevoli disputate a Leverano: in entrambi i casi onorevole sconfitta per 2 a 0, considerando il fatto che il Leverano navigava già in Prima Categoria, con buoni risultati.
PUBBLICATO NEL NOVEMBRE 2020
CALCIO CESARINO:
TRIENNIO 1949 - 1951 (seconda parte)
di Alessio Peluso
La formazione cesarina non era iscritta ufficialmente ad alcun campionato, ma semplicemente praticava lo sport come passione pura. Non vi erano altri momenti di aggregazione particolare in quel periodo, eccezion fatta per il giorno del matrimonio, i classici racconti dei nonni ai nipoti davanti alla luce di una candela, o nel migliore dei casi, avere in casa la fisarmonica o una chitarra, per poter cantare e ballare insieme. Il calcio però faceva storia a sé e svuotava ogni domenica l’intero paese. Le sfide che inizialmente restavano nel contesto cesarino, si allargarono con l’arrivo di squadre come il Leverano, Copertino, Squinzano, Juventina o Pro Patria Lecce, attirate dai “Delfini Azzurri”, perché così si facevano chiamare in questo periodo. Oltre alla bravura tecnica, i Delfini avevano una caratteristica unica rispetto alle altre formazioni, incuriosite da quel gruppo di marinai – calciatori, che in gergo locale venivano definiti “li squasati”. In effetti, mentre le altre squadre erano già attrezzate con divise e scarpe, i cesarini vendevano cara la pelle giocando scalzi e con un abbigliamento precario. La divisa ufficiale di riferimento in molte occasioni era il maglione della marina militare.
Passeranno alcuni anni prima che un giocatore cesarino indossi le scarpe. Il primo in assoluto, per la cronaca, fu Francesco “Ciccio” Latino, il quale resistette solo un tempo, poi scelse di continuare la sfida scalzo. Questo conferma quanto fosse radicata questa abitudine nella formazione dei Delfini Azzurri.
PUBBLICATO NELL'OTTOBRE 2020
La formazione cesarina non era iscritta ufficialmente ad alcun campionato, ma semplicemente praticava lo sport come passione pura. Non vi erano altri momenti di aggregazione particolare in quel periodo, eccezion fatta per il giorno del matrimonio, i classici racconti dei nonni ai nipoti davanti alla luce di una candela, o nel migliore dei casi, avere in casa la fisarmonica o una chitarra, per poter cantare e ballare insieme. Il calcio però faceva storia a sé e svuotava ogni domenica l’intero paese. Le sfide che inizialmente restavano nel contesto cesarino, si allargarono con l’arrivo di squadre come il Leverano, Copertino, Squinzano, Juventina o Pro Patria Lecce, attirate dai “Delfini Azzurri”, perché così si facevano chiamare in questo periodo. Oltre alla bravura tecnica, i Delfini avevano una caratteristica unica rispetto alle altre formazioni, incuriosite da quel gruppo di marinai – calciatori, che in gergo locale venivano definiti “li squasati”. In effetti, mentre le altre squadre erano già attrezzate con divise e scarpe, i cesarini vendevano cara la pelle giocando scalzi e con un abbigliamento precario. La divisa ufficiale di riferimento in molte occasioni era il maglione della marina militare.
Passeranno alcuni anni prima che un giocatore cesarino indossi le scarpe. Il primo in assoluto, per la cronaca, fu Francesco “Ciccio” Latino, il quale resistette solo un tempo, poi scelse di continuare la sfida scalzo. Questo conferma quanto fosse radicata questa abitudine nella formazione dei Delfini Azzurri.
PUBBLICATO NELL'OTTOBRE 2020
CALCIO CESARINO:
TRIENNIO 1949 - 1951 (prima parte)
di Alessio Peluso
Non ci avrei scommesso un centesimo, eppure è così. Considerando che la fine della Seconda Guerra Mondiale avviene nel 1945, avevo ipotizzato un calcio cesarino sbocciato tra il 1955 e il 1960. Invece no! La lunga trafila di incontri con i personaggi cesarini, per un po’ di tempo ha confermato la mia ipotesi, fino al momento del ricordo di Giuseppe Fanizza, presidente della Cooperativa Pescatori dello Jonio. È una mattina calda e soleggiata quando mi accoglie nel suo ufficio, tra una scrivania, qualche dépliant, alcuni quadri molto retrò e un biglietto che custodisce gelosamente tra le mani. Comincia a leggerlo come se fosse una leggendaria formazione del passato: Salvatore D’Andria portiere, così come Rizzello Salvatore, meglio conosciuto come Uccio; tra i difensori Giovanni Presicce, mastino duro e difensore d’altri tempi; a centrocampo Rocco D’Andria e Francesco (Ciccio) Latino ala destra; infine via alla sagra degli attaccanti: da Giuseppe (Pippi) Rizzello a Giovanni Nicolcenkov, da Gregorio Indirli a Salvatore (Totò) Muci. E a primo impatto si nota una carenza evidente di centrocampisti e difensori, giustificata dal fatto che si giocava con un modulo ultra – offensivo, ovvero uno spregiudicato 2 – 3 – 5. Questi aitanti ragazzi scendono in campo nel triennio che va dal 1949 al 1951, sul primo terreno di gioco a Porto Cesareo, chiamato “Campu di la Korea”, situato in via Riccione. La più classica zona di campagna dalla forma rettangolare, trasformata ed adibita a campo da calcio, con tutti gli inconvenienti del caso: terreno sconnesso, buche, strane deviazioni di un pallone, lontano parente di quello che conosciamo oggi. Al suo interno infatti c’era la “camera d’aria” proprio come una bicicletta, che bisognava gonfiare e richiudere con l’ausilio di lacci di fortuna, i quali risultavano schegge impazzite nell’impatto aereo. A poco serviva ungere dell’olio, quando la sfera prendeva velocità. Il suo colore era marrone e risultava molto più grosso, rispetto ai palloni che noi oggi, siamo abituati a vedere.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2020
Non ci avrei scommesso un centesimo, eppure è così. Considerando che la fine della Seconda Guerra Mondiale avviene nel 1945, avevo ipotizzato un calcio cesarino sbocciato tra il 1955 e il 1960. Invece no! La lunga trafila di incontri con i personaggi cesarini, per un po’ di tempo ha confermato la mia ipotesi, fino al momento del ricordo di Giuseppe Fanizza, presidente della Cooperativa Pescatori dello Jonio. È una mattina calda e soleggiata quando mi accoglie nel suo ufficio, tra una scrivania, qualche dépliant, alcuni quadri molto retrò e un biglietto che custodisce gelosamente tra le mani. Comincia a leggerlo come se fosse una leggendaria formazione del passato: Salvatore D’Andria portiere, così come Rizzello Salvatore, meglio conosciuto come Uccio; tra i difensori Giovanni Presicce, mastino duro e difensore d’altri tempi; a centrocampo Rocco D’Andria e Francesco (Ciccio) Latino ala destra; infine via alla sagra degli attaccanti: da Giuseppe (Pippi) Rizzello a Giovanni Nicolcenkov, da Gregorio Indirli a Salvatore (Totò) Muci. E a primo impatto si nota una carenza evidente di centrocampisti e difensori, giustificata dal fatto che si giocava con un modulo ultra – offensivo, ovvero uno spregiudicato 2 – 3 – 5. Questi aitanti ragazzi scendono in campo nel triennio che va dal 1949 al 1951, sul primo terreno di gioco a Porto Cesareo, chiamato “Campu di la Korea”, situato in via Riccione. La più classica zona di campagna dalla forma rettangolare, trasformata ed adibita a campo da calcio, con tutti gli inconvenienti del caso: terreno sconnesso, buche, strane deviazioni di un pallone, lontano parente di quello che conosciamo oggi. Al suo interno infatti c’era la “camera d’aria” proprio come una bicicletta, che bisognava gonfiare e richiudere con l’ausilio di lacci di fortuna, i quali risultavano schegge impazzite nell’impatto aereo. A poco serviva ungere dell’olio, quando la sfera prendeva velocità. Il suo colore era marrone e risultava molto più grosso, rispetto ai palloni che noi oggi, siamo abituati a vedere.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2020
CALCIO SAPONATO:
TRIONFO GIALLOROSSO!
di Alessio Peluso
Pronostico della vigilia rispettato, anche se con non pochi patemi. Il Lecce piega il Napoli 7 a 4 al termine di una finale combattuta e sofferta, trionfando nella X Edizione del Calcio Saponato a Porto Cesareo. Il Napoli è ben disposto in campo da Gianni Pando, che riesce ad imbrigliare la manovra giallorossa, oscurando le linee di passaggio per Cardone e Conte. Protagonista nei primi minuti di gara, diventa così Alessandro Muja con una doppietta che porta la formazione partenopea sul 2 a 0. Il Lecce accusa il colpo, ma nel finale di primo tempo trova con Colaiori, tra i migliori in campo, la rete che permette di andare al riposo sul 2 a 1. Nella ripresa il Lecce entra in campo con un piglio diverso, con mister De Pace che ridisegna la sua squadra, nel tentativo di limitare le incursioni offensive di Muja. Il Lecce sale di tono e ribalta nei primi dieci minuti della ripresa l’incontro, portandosi sul 5 a 3. È il momento chiave: il Napoli sembra alle corde, ma Zecca trova la zampata vincente sottomisura, battendo l’incolpevole Gabriele Erroi. Piazza Nazario Sauro è in delirio, con i tifosi del Napoli che spingono i loro beniamini all’impresa; a stroncare ogni velleità ci pensa però Gabriele Sacco, con una conclusione violentissima che s’insacca nell’angolino basso, alle spalle di Cagnazzo. È il punto esclamativo sul match. Al triplice fischio finale di Mauro Mercadante, può esplodere la festa sul 7 a 4 conclusivo. Il Lecce conquista la X Edizione del Calcio Saponato, al Napoli l’onore delle armi e la consapevolezza di aver messo alle corde i giallorossi per gran parte della contesa. Sul terzo gradino del podio sale la Roma, che ha battuto la Sampdoria nella sfida per il 3° e 4° posto.
Per quel che concerne la Categoria “Piccoli Amici”, trionfo dell’Inter sulla Juventus con protagonisti i fratelli Basile e Francesco Scatigna. La serata conclusiva del 9 agosto ha visto protagoniste anche le donne, con un’esibizione tutta in rosa. È il preludio per un possibile torneo di Calcio Saponato Femminile nel 2021.
Premiato come miglior giocatore della finale Gabriele Sacco, mentre tra i più piccoli il premio va a Thomas De Pace, portiere della Juventus. Cala così il sipario sulla X Edizione e di conseguenza su Piazza Nazario Sauro, che per quest’anno ha scelto il giallorosso, come colore principe dell’estate.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2020
Pronostico della vigilia rispettato, anche se con non pochi patemi. Il Lecce piega il Napoli 7 a 4 al termine di una finale combattuta e sofferta, trionfando nella X Edizione del Calcio Saponato a Porto Cesareo. Il Napoli è ben disposto in campo da Gianni Pando, che riesce ad imbrigliare la manovra giallorossa, oscurando le linee di passaggio per Cardone e Conte. Protagonista nei primi minuti di gara, diventa così Alessandro Muja con una doppietta che porta la formazione partenopea sul 2 a 0. Il Lecce accusa il colpo, ma nel finale di primo tempo trova con Colaiori, tra i migliori in campo, la rete che permette di andare al riposo sul 2 a 1. Nella ripresa il Lecce entra in campo con un piglio diverso, con mister De Pace che ridisegna la sua squadra, nel tentativo di limitare le incursioni offensive di Muja. Il Lecce sale di tono e ribalta nei primi dieci minuti della ripresa l’incontro, portandosi sul 5 a 3. È il momento chiave: il Napoli sembra alle corde, ma Zecca trova la zampata vincente sottomisura, battendo l’incolpevole Gabriele Erroi. Piazza Nazario Sauro è in delirio, con i tifosi del Napoli che spingono i loro beniamini all’impresa; a stroncare ogni velleità ci pensa però Gabriele Sacco, con una conclusione violentissima che s’insacca nell’angolino basso, alle spalle di Cagnazzo. È il punto esclamativo sul match. Al triplice fischio finale di Mauro Mercadante, può esplodere la festa sul 7 a 4 conclusivo. Il Lecce conquista la X Edizione del Calcio Saponato, al Napoli l’onore delle armi e la consapevolezza di aver messo alle corde i giallorossi per gran parte della contesa. Sul terzo gradino del podio sale la Roma, che ha battuto la Sampdoria nella sfida per il 3° e 4° posto.
Per quel che concerne la Categoria “Piccoli Amici”, trionfo dell’Inter sulla Juventus con protagonisti i fratelli Basile e Francesco Scatigna. La serata conclusiva del 9 agosto ha visto protagoniste anche le donne, con un’esibizione tutta in rosa. È il preludio per un possibile torneo di Calcio Saponato Femminile nel 2021.
Premiato come miglior giocatore della finale Gabriele Sacco, mentre tra i più piccoli il premio va a Thomas De Pace, portiere della Juventus. Cala così il sipario sulla X Edizione e di conseguenza su Piazza Nazario Sauro, che per quest’anno ha scelto il giallorosso, come colore principe dell’estate.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2020
CALCIO SAPONATO NEL
RICORDO DI PAOLO
di Loris Peluso
La X edizione del Calcetto Saponato a Porto Cesareo è ormai alle porte e quest’anno si tingerà di verde, bianco e rosso. Ebbene sì, per il decimo anniversario della manifestazione si è optato per una conformazione “Serie A” e l’obiettivo delle compagini è uno solo, l’ambito Scudetto. Ogni anno il torneo ci ha accompagnati con un intrattenimento fuori dal comune, fra scivoloni sul terreno insaponato, personaggi memorabili e giocate spettacolari, ma quest’anno la sensazione è che sarà un’edizione indimenticabile. L’essere riusciti ad organizzare il tutto in tempo record dopo il tardivo sblocco causa Covid, ha aumentato a dismisura l’entusiasmo attorno alla competizione. La favorita è indubbiamente il Lecce, campione in carica, che punta a vincere il torneo per il terzo anno di fila, dopo le vittorie delle ultime edizioni rappresentando Croazia e Juventus. Le più agguerrite concorrenti sono il Parma e la Lazio, rispettivamente sotto sponsor “La Piovra” e “Pescheria Dudù”, che come ogni anno proveranno a vincere e insidiare la favorita. Tra le outsider da citare Roma e Napoli, ma meno quotate rispetto alle tre big. Il countdown è già iniziato; aspettiamo il 31 luglio per il verdetto del campo. Ovviamente l’organizzazione del torneo non lesinerà un ricordo speciale per il nostro Paolo Galignano, spettatore assiduo del torneo, che sarà commemorato con la maglietta numero 10 con su scritto Paolo, donata generosamente dal Napoli.
PUBBLICATO NELL'AGOSTO 2020
La X edizione del Calcetto Saponato a Porto Cesareo è ormai alle porte e quest’anno si tingerà di verde, bianco e rosso. Ebbene sì, per il decimo anniversario della manifestazione si è optato per una conformazione “Serie A” e l’obiettivo delle compagini è uno solo, l’ambito Scudetto. Ogni anno il torneo ci ha accompagnati con un intrattenimento fuori dal comune, fra scivoloni sul terreno insaponato, personaggi memorabili e giocate spettacolari, ma quest’anno la sensazione è che sarà un’edizione indimenticabile. L’essere riusciti ad organizzare il tutto in tempo record dopo il tardivo sblocco causa Covid, ha aumentato a dismisura l’entusiasmo attorno alla competizione. La favorita è indubbiamente il Lecce, campione in carica, che punta a vincere il torneo per il terzo anno di fila, dopo le vittorie delle ultime edizioni rappresentando Croazia e Juventus. Le più agguerrite concorrenti sono il Parma e la Lazio, rispettivamente sotto sponsor “La Piovra” e “Pescheria Dudù”, che come ogni anno proveranno a vincere e insidiare la favorita. Tra le outsider da citare Roma e Napoli, ma meno quotate rispetto alle tre big. Il countdown è già iniziato; aspettiamo il 31 luglio per il verdetto del campo. Ovviamente l’organizzazione del torneo non lesinerà un ricordo speciale per il nostro Paolo Galignano, spettatore assiduo del torneo, che sarà commemorato con la maglietta numero 10 con su scritto Paolo, donata generosamente dal Napoli.
PUBBLICATO NELL'AGOSTO 2020
CALCIO CESARINO:
HO FATTO UN SOGNO!
di Alessio Peluso
Sì, mi piace raccontarlo così, come una breve discesa non casuale, attraversando la storica Via Cilea, passando accanto all’angolo destinato alle Suore di Gesù Eucaristico, dove si incrociano bambini che intrecciano le mani dei loro genitori, in attesa di realizzare i loro sogni, i desideri che sfidano le intemperie del vento. Basterà proseguire oltre, arrivare fino alla fine della strada e voltarsi a destra: niente case, niente palazzi, niente bar o centri estetici, solo un vecchio cinema all’aperto e un’incantevole distesa azzurra, chiamata mare. Lì proprio lì, immersi tra le onde, nuotano specie di ogni tipo, navigano a vista pescatori accompagnati dai loro fedeli remi, sussurrano gabbiani bianchi come la neve e spunta maestoso il sole all’orizzonte. Poi una spuma bianca s’innalza, una creatura degna della migliore sceneggiatura di un film senza tempo, prende il volo: guardo attentamente, sono in 11, carichi come molle: corrono, calciano, lottano, bramano la sete della vittoria e scelgono il loro nome. Sì, li riconosco, sono loro “I Delfini”. Un tuffo negli anni ’50, un sogno mi riporta indietro nel tempo e nella memoria. Nulla è stato mai scritto, solo racconti che dal padre si tramandano al figlio, storie di eroi da campo. Ed è giusto ricostruire e tramandare ai posteri, lasciando alla penna il compito più oneroso. Partiamo da qui, dal calcio mosso dalla spontaneità e dalla passione. Il nostro viaggio sta per cominciare e mi rendo conto che non è un sogno…
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2020
Sì, mi piace raccontarlo così, come una breve discesa non casuale, attraversando la storica Via Cilea, passando accanto all’angolo destinato alle Suore di Gesù Eucaristico, dove si incrociano bambini che intrecciano le mani dei loro genitori, in attesa di realizzare i loro sogni, i desideri che sfidano le intemperie del vento. Basterà proseguire oltre, arrivare fino alla fine della strada e voltarsi a destra: niente case, niente palazzi, niente bar o centri estetici, solo un vecchio cinema all’aperto e un’incantevole distesa azzurra, chiamata mare. Lì proprio lì, immersi tra le onde, nuotano specie di ogni tipo, navigano a vista pescatori accompagnati dai loro fedeli remi, sussurrano gabbiani bianchi come la neve e spunta maestoso il sole all’orizzonte. Poi una spuma bianca s’innalza, una creatura degna della migliore sceneggiatura di un film senza tempo, prende il volo: guardo attentamente, sono in 11, carichi come molle: corrono, calciano, lottano, bramano la sete della vittoria e scelgono il loro nome. Sì, li riconosco, sono loro “I Delfini”. Un tuffo negli anni ’50, un sogno mi riporta indietro nel tempo e nella memoria. Nulla è stato mai scritto, solo racconti che dal padre si tramandano al figlio, storie di eroi da campo. Ed è giusto ricostruire e tramandare ai posteri, lasciando alla penna il compito più oneroso. Partiamo da qui, dal calcio mosso dalla spontaneità e dalla passione. Il nostro viaggio sta per cominciare e mi rendo conto che non è un sogno…
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2020
STEFANO PELUSO:
UNA VITA TRA I PALI
di Alessio Peluso
“È un solitario. Condannato a guardare la partita da lontano. Senza muoversi dalla porta, attende in solitudine, fra i tre pali, la sua fucilazione. Prima vestiva di nero come l’arbitro. Ora l’arbitro non è più mascherato da corvo e il portiere consola la sua solitudine con la fantasia dei colori”. Descrizione perfetta quella elaborata da Eduardo Galeano, giornalista e scrittore uruguaiano, ideale per ripercorrere la storia di Stefano Peluso, cesarino doc, nato il 27 marzo 1985 a Copertino. A differenza di altri la passione tra i pali è sbocciata sin da subito, con gli amici di sempre, nelle strade, tra le piazze, con ancor più vigore vicino la Torre Cesarea. Parte da qui l’idea di spingere il padre, Eugenio Peluso, a fondare una squadra formata da tutti quei ragazzi che hanno fatto del pallone la loro ragione di vita. Prima gli esordienti, l’anno dopo i giovanissimi con il raggiungimento della finale play – off con il Copertino: una partita convulsa e nervosa, con accese discussioni nel post gara. Stefano però, ha il tempo di mettersi in luce e l’anno seguente veste la casacca rosso – verde del Copertino. A soli 16 anni arriva la prima chiamata importante: ritiro con il Tricase, che militava in Serie C2 e l’esperienza nella categoria Allievi e tra i Berretti Nazionali. Questo periodo sarà utilissimo per captare da vicino giocatori formati e di levatura superiore, quali Vadacca, Del Core e l’allenatore Totò Nobile. La breve parentesi nel Galatina, è il preludio per il ritorno da titolare nella sua Porto Cesareo in Prima Categoria nel 2001; saranno due mesi corredati da prestazioni eccellenti che non sfuggono al Taurisano, con il quale disputa il campionato di Eccellenza. L’avventura successiva, con la maglia del Nardò, porterà in dote la macchia di una retrocessione, resa meno amara dal calore di un pubblico unico nel suo apporto. Dulcis in fundo i 6 anni memorabili a Leverano, con un gruppo di ragazzi speciali sotto il profilo umano, la guida tecnica di Gianfranco Castrignanò e la presidenza di Maurizio Zecca. A 30 anni la decisione di lasciare per dedicarsi alla famiglia e a un grande sogno:” Raccogliere i ragazzi per strada e regalargli l’opportunità di vivere il calcio per diventare persone migliori, proprio come mio padre ha fatto con me”.
PUBBLICATO NEL GIUGNO 2020
“È un solitario. Condannato a guardare la partita da lontano. Senza muoversi dalla porta, attende in solitudine, fra i tre pali, la sua fucilazione. Prima vestiva di nero come l’arbitro. Ora l’arbitro non è più mascherato da corvo e il portiere consola la sua solitudine con la fantasia dei colori”. Descrizione perfetta quella elaborata da Eduardo Galeano, giornalista e scrittore uruguaiano, ideale per ripercorrere la storia di Stefano Peluso, cesarino doc, nato il 27 marzo 1985 a Copertino. A differenza di altri la passione tra i pali è sbocciata sin da subito, con gli amici di sempre, nelle strade, tra le piazze, con ancor più vigore vicino la Torre Cesarea. Parte da qui l’idea di spingere il padre, Eugenio Peluso, a fondare una squadra formata da tutti quei ragazzi che hanno fatto del pallone la loro ragione di vita. Prima gli esordienti, l’anno dopo i giovanissimi con il raggiungimento della finale play – off con il Copertino: una partita convulsa e nervosa, con accese discussioni nel post gara. Stefano però, ha il tempo di mettersi in luce e l’anno seguente veste la casacca rosso – verde del Copertino. A soli 16 anni arriva la prima chiamata importante: ritiro con il Tricase, che militava in Serie C2 e l’esperienza nella categoria Allievi e tra i Berretti Nazionali. Questo periodo sarà utilissimo per captare da vicino giocatori formati e di levatura superiore, quali Vadacca, Del Core e l’allenatore Totò Nobile. La breve parentesi nel Galatina, è il preludio per il ritorno da titolare nella sua Porto Cesareo in Prima Categoria nel 2001; saranno due mesi corredati da prestazioni eccellenti che non sfuggono al Taurisano, con il quale disputa il campionato di Eccellenza. L’avventura successiva, con la maglia del Nardò, porterà in dote la macchia di una retrocessione, resa meno amara dal calore di un pubblico unico nel suo apporto. Dulcis in fundo i 6 anni memorabili a Leverano, con un gruppo di ragazzi speciali sotto il profilo umano, la guida tecnica di Gianfranco Castrignanò e la presidenza di Maurizio Zecca. A 30 anni la decisione di lasciare per dedicarsi alla famiglia e a un grande sogno:” Raccogliere i ragazzi per strada e regalargli l’opportunità di vivere il calcio per diventare persone migliori, proprio come mio padre ha fatto con me”.
PUBBLICATO NEL GIUGNO 2020
LO SPORT CHE VORREI ...
La Redazione
Si è tenuto nella Palestra della Scuola Elementare di Porto Cesareo, il I Torneo Parrocchiale Indoor di Calcio a 4. L’evento in programma dal 16 al 20 dicembre, è stato fortemente voluto dal direttore della Biblioteca Alberti Alessio Peluso e dal presidente di Azione Cattolica Alessio Greco, senza dimenticare il supporto dell’amministrazione comunale, soprattutto nella figura di Tania Piccinno, l’unica donna che ha avuto il coraggio di scendere in campo ed essere protagonista, in uno sport, che di solito, ha collocazione prettamente maschile. Le cinque formazioni al via, si sono date battaglia in un girone unico all’italiana: in testa al raggruppamento La Piovra con 11 punti ha guadagnato l’accesso diretto alla finale, mentre Squadra Tufi a quota 7 e Pro Secco Calcio a 6, si sono giocate il posto nella finalissima, in un incontro vinto dalla Pro Secco 11 a 6. Nulla da fare per gli All Blacks che concludono con 3 punti e per gli Steakhouse a quota 2. Nella finale del 20 dicembre La Piovra, dopo aver a lungo dominato con protagonista Lorenzo Indirli, ha sciupato tutto negli ultimi minuti e la Pro Secco guidata da Paolo Mazzotta, ha raggiunto la parità. Sul 13 – 13 decisivi i rigori, con il trionfo della Piovra. Premi speciali per Lorenzo Indirli, miglior giocatore del torneo, Paolo Mazzotta goleador della manifestazione con 26 reti e la formazione degli Steakhouse, che si aggiudica il Premio Fair – Play, come squadra più corretta e che ha dimostrato maggiore sportività. Il I Torneo Parrocchiale chiude così la sua rassegna, che aveva come principale obiettivo quello di aggregare attraverso lo sport i giovani della nostra comunità.
PUBBLICATO NEL GENNAIO 2020
Si è tenuto nella Palestra della Scuola Elementare di Porto Cesareo, il I Torneo Parrocchiale Indoor di Calcio a 4. L’evento in programma dal 16 al 20 dicembre, è stato fortemente voluto dal direttore della Biblioteca Alberti Alessio Peluso e dal presidente di Azione Cattolica Alessio Greco, senza dimenticare il supporto dell’amministrazione comunale, soprattutto nella figura di Tania Piccinno, l’unica donna che ha avuto il coraggio di scendere in campo ed essere protagonista, in uno sport, che di solito, ha collocazione prettamente maschile. Le cinque formazioni al via, si sono date battaglia in un girone unico all’italiana: in testa al raggruppamento La Piovra con 11 punti ha guadagnato l’accesso diretto alla finale, mentre Squadra Tufi a quota 7 e Pro Secco Calcio a 6, si sono giocate il posto nella finalissima, in un incontro vinto dalla Pro Secco 11 a 6. Nulla da fare per gli All Blacks che concludono con 3 punti e per gli Steakhouse a quota 2. Nella finale del 20 dicembre La Piovra, dopo aver a lungo dominato con protagonista Lorenzo Indirli, ha sciupato tutto negli ultimi minuti e la Pro Secco guidata da Paolo Mazzotta, ha raggiunto la parità. Sul 13 – 13 decisivi i rigori, con il trionfo della Piovra. Premi speciali per Lorenzo Indirli, miglior giocatore del torneo, Paolo Mazzotta goleador della manifestazione con 26 reti e la formazione degli Steakhouse, che si aggiudica il Premio Fair – Play, come squadra più corretta e che ha dimostrato maggiore sportività. Il I Torneo Parrocchiale chiude così la sua rassegna, che aveva come principale obiettivo quello di aggregare attraverso lo sport i giovani della nostra comunità.
PUBBLICATO NEL GENNAIO 2020
PORTO CESAREO:
CALCIO A 4 INDOOR
di Stefano Colasso
Dal 16 al 20 dicembre appuntamento da non perdere, presso la palestra delle Scuole Elementari, in via Vespucci, con il “I Torneo Parrocchiale Indoor” Calcio a 4. La manifestazione è organizzata dalla Biblioteca Alberti in collaborazione con Azione Cattolica, allo scopo di promuovere momenti di aggregazione e socializzazione tra i giovani della nostra comunità. La partecipazione è riservata a una fascia d’età compressa tra i 16 e i 35 anni, ma l’età complessiva di ogni squadra non dovrà superare i 135; questo per incentivare l’iscrizione al torneo dei più giovani. Le iscrizioni, che dovranno essere effettuate da una persona maggiorenne, si chiuderanno il 5/12/2019 al raggiungimento delle 8 squadre previste, che saranno suddivise in due gironi all’italiana; le prime due accederanno alle semifinali. I sorteggi saranno effettuati lunedì 9 dicembre alle 20,00 presso la Biblioteca Alberti, alla presenza dei responsabili del torneo Alessio Peluso ed Alessio Greco. Ogni formazione potrà contare su una rosa composta al massimo da 6 giocatori, che dovranno munirsi di scarpe da ginnastica in ottime condizioni, pena l’esclusione. Ovviamente non mancheranno divertimento e spettacolo, oltre a ricchi premi. Sarà possibile scaricare modulo di iscrizione e regolamento dal nostro sito ufficiale, al seguente link: https://ecclesiacesarina.weebly.com/contattaci.html Per altre novità invece seguite la nostra pagina facebook https://www.facebook.com/ecclesiacesarina.
PUBBLICATO NEL DICEMBRE 2019
Dal 16 al 20 dicembre appuntamento da non perdere, presso la palestra delle Scuole Elementari, in via Vespucci, con il “I Torneo Parrocchiale Indoor” Calcio a 4. La manifestazione è organizzata dalla Biblioteca Alberti in collaborazione con Azione Cattolica, allo scopo di promuovere momenti di aggregazione e socializzazione tra i giovani della nostra comunità. La partecipazione è riservata a una fascia d’età compressa tra i 16 e i 35 anni, ma l’età complessiva di ogni squadra non dovrà superare i 135; questo per incentivare l’iscrizione al torneo dei più giovani. Le iscrizioni, che dovranno essere effettuate da una persona maggiorenne, si chiuderanno il 5/12/2019 al raggiungimento delle 8 squadre previste, che saranno suddivise in due gironi all’italiana; le prime due accederanno alle semifinali. I sorteggi saranno effettuati lunedì 9 dicembre alle 20,00 presso la Biblioteca Alberti, alla presenza dei responsabili del torneo Alessio Peluso ed Alessio Greco. Ogni formazione potrà contare su una rosa composta al massimo da 6 giocatori, che dovranno munirsi di scarpe da ginnastica in ottime condizioni, pena l’esclusione. Ovviamente non mancheranno divertimento e spettacolo, oltre a ricchi premi. Sarà possibile scaricare modulo di iscrizione e regolamento dal nostro sito ufficiale, al seguente link: https://ecclesiacesarina.weebly.com/contattaci.html Per altre novità invece seguite la nostra pagina facebook https://www.facebook.com/ecclesiacesarina.
PUBBLICATO NEL DICEMBRE 2019
CHAMPIONS SAPONATO
A TINTE BIANCONERE
di Loris Peluso
Giunta anche quest’anno al termine la 9° edizione del “Calcio Saponato” in quel di Porto Cesareo. Torneo che come consuetudine si è svolto su un materasso gonfiabile cosparso di acqua e sapone, in cui le 12 squadre si sono date battaglia per aggiudicarsi la Coppa “dalle grandi orecchie”, dato il formato Champions che la competizione ha assunto nell’edizione. Girone A composto dall’Ajax (dominante nel raggruppamento), Borussia Dortmund, Everton, Liverpool, Torino e Benfica. Girone B invece con Juventus (corazzata “Dio Del Mare”), Manchester City, PSG, Chelsea, Napoli e Real Madrid. Nei quarti di finale agevole il passaggio turno di Juventus e Everton ai danni di Real e Chelsea, mentre solo ai supplementari si sono arrese Napoli e Ajax al cospetto di Dortmund e City. I Citizens in seminale hanno spazzato via l’Everton, invece tutt’altro che comodo il modo in cui la Juventus ha buttato fuori i rivali del Borussia. Nella finalissima i bianconeri hanno avuto la meglio su un Manchester City visibilmente stanco e orfano del centravanti Vito Parente, perso per strada a causa di un problema muscolare. Premiato miglior giocatore della finale il jolly bianconero Paolo Novembre, idolo del pubblico e ottimo performer durante la manifestazione. Terzo posto a sorpresa invece per i ragazzi dell’Everton. Rimpianti per l’Ajax, che pur avendo una rosa competitiva, non ha sostenuto la pressione della fase ad eliminazione diretta. Nel torneo dei “Piccoli Amici”, dopo aver dominato la manifestazione in lungo e in largo, il Lecce ha battuto il PSG con Francesco Scatigna grande protagonista.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2019
Giunta anche quest’anno al termine la 9° edizione del “Calcio Saponato” in quel di Porto Cesareo. Torneo che come consuetudine si è svolto su un materasso gonfiabile cosparso di acqua e sapone, in cui le 12 squadre si sono date battaglia per aggiudicarsi la Coppa “dalle grandi orecchie”, dato il formato Champions che la competizione ha assunto nell’edizione. Girone A composto dall’Ajax (dominante nel raggruppamento), Borussia Dortmund, Everton, Liverpool, Torino e Benfica. Girone B invece con Juventus (corazzata “Dio Del Mare”), Manchester City, PSG, Chelsea, Napoli e Real Madrid. Nei quarti di finale agevole il passaggio turno di Juventus e Everton ai danni di Real e Chelsea, mentre solo ai supplementari si sono arrese Napoli e Ajax al cospetto di Dortmund e City. I Citizens in seminale hanno spazzato via l’Everton, invece tutt’altro che comodo il modo in cui la Juventus ha buttato fuori i rivali del Borussia. Nella finalissima i bianconeri hanno avuto la meglio su un Manchester City visibilmente stanco e orfano del centravanti Vito Parente, perso per strada a causa di un problema muscolare. Premiato miglior giocatore della finale il jolly bianconero Paolo Novembre, idolo del pubblico e ottimo performer durante la manifestazione. Terzo posto a sorpresa invece per i ragazzi dell’Everton. Rimpianti per l’Ajax, che pur avendo una rosa competitiva, non ha sostenuto la pressione della fase ad eliminazione diretta. Nel torneo dei “Piccoli Amici”, dopo aver dominato la manifestazione in lungo e in largo, il Lecce ha battuto il PSG con Francesco Scatigna grande protagonista.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2019
PALIO CESARINO INFUOCATO:
LA SPUNTA "BACINO GRANDE"
di Dario Dell'Atti
Il mese più caldo dell’anno carico di gradi e turisti, lascia spazio alla seconda manche del palio Marinaro dei rioni di Porto Cesareo. La IX edizione si colora di bianco e azzurro. È il rione “Bacino Grande”, con stemma Nautilus ad aggiudicarsi la vittoria. Una gara appassionante in uno specchio d’acqua (quello della Riviera di Levante) particolarmente calmo nel pomeriggio della sfida. Al via, parte forte il gozzo “Scala di Furno” che prende la testa del gruppo; alle spalle Bacino Grande insieme all’altro grande favorito, il gozzo “Punta Grossa”. Poco prima del primo giro di boa, la competizione inizia a farsi scoppiettante: una manovra azzardata da parte dei vogatori ed è subito scontro tra l’imbarcazione Scala di Furno e Bacino Grande. Come nelle migliori sfide, tra i due contendenti il terzo gode, infatti è l’imbarcazione rosso blu, marchio corallo Punta Grossa, che prende la testa della gara. Ma il palio, nella sua imprevedibilità riserva ancora sorprese. Sono i vogatori bianchi-azzurri De Vita e Peluso a non darsi per vinti e a mostrare i muscoli a colpi di voga, con gli avversari rosso-blu ad un passo. Il sorpasso definitivo avviene dopo la seconda boa, con conseguente allungo sugli avversari e taglio del traguardo verso la Triglia (spiaggetta storica cesarina). Oro Bacino Grande, argento Punta Grossa e bronzo Scala di Furno. Medaglia allo sport, al gozzo rosa di Torre Lapillo, con un particolare applauso alle vogatrici Massa e Parente.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2019
Il mese più caldo dell’anno carico di gradi e turisti, lascia spazio alla seconda manche del palio Marinaro dei rioni di Porto Cesareo. La IX edizione si colora di bianco e azzurro. È il rione “Bacino Grande”, con stemma Nautilus ad aggiudicarsi la vittoria. Una gara appassionante in uno specchio d’acqua (quello della Riviera di Levante) particolarmente calmo nel pomeriggio della sfida. Al via, parte forte il gozzo “Scala di Furno” che prende la testa del gruppo; alle spalle Bacino Grande insieme all’altro grande favorito, il gozzo “Punta Grossa”. Poco prima del primo giro di boa, la competizione inizia a farsi scoppiettante: una manovra azzardata da parte dei vogatori ed è subito scontro tra l’imbarcazione Scala di Furno e Bacino Grande. Come nelle migliori sfide, tra i due contendenti il terzo gode, infatti è l’imbarcazione rosso blu, marchio corallo Punta Grossa, che prende la testa della gara. Ma il palio, nella sua imprevedibilità riserva ancora sorprese. Sono i vogatori bianchi-azzurri De Vita e Peluso a non darsi per vinti e a mostrare i muscoli a colpi di voga, con gli avversari rosso-blu ad un passo. Il sorpasso definitivo avviene dopo la seconda boa, con conseguente allungo sugli avversari e taglio del traguardo verso la Triglia (spiaggetta storica cesarina). Oro Bacino Grande, argento Punta Grossa e bronzo Scala di Furno. Medaglia allo sport, al gozzo rosa di Torre Lapillo, con un particolare applauso alle vogatrici Massa e Parente.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2019
PORTO CESAREO:
CORRI E ... LEGGI
La Redazione
Appuntamento da non perdere il prossimo 10 settembre a Porto Cesareo. “Biblioteca Alberti” organizza la I edizione della “CORRI E … LEGGI”. In cosa consiste? Molto semplice: ritrovo a partire dalle 18 presso Torre Cesarea, per poi iniziare un percorso di 7 km circa lungo lo splendido litorale cesarino. È importante rimarcare come non sia una corsa agonistica, ma una leggera sgambata collettiva, utile a condividere la gioia del running e il piacere di stare insieme attraverso lo sport. Durante il tragitto vi saranno alcune soste durante le quali si scatteranno dei “selfie”, come ricordo di questa piacevole giornata. L’arrivo è previsto proprio all’interno della “Biblioteca Alberti”, dove ci sarà spazio per rifocillarsi e bere qualcosa insieme, ma soprattutto per condividere le emozioni vissute. Chi lo vorrà potrà lasciare un’offerta libera, allo scopo di raccogliere fondi per una nuova scaffalatura, utile per poter inserire i tanti libri donati in questi primi mesi di attività. Come segno di riconoscenza “Biblioteca Alberti”, metterà a disposizione dei libri che i partecipanti potranno prendere gratuitamente e magari donare a qualche amico. Resta ancora un po' di tempo a disposizione, per rimetterti in forma e correre verso la lettura …
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2019
Appuntamento da non perdere il prossimo 10 settembre a Porto Cesareo. “Biblioteca Alberti” organizza la I edizione della “CORRI E … LEGGI”. In cosa consiste? Molto semplice: ritrovo a partire dalle 18 presso Torre Cesarea, per poi iniziare un percorso di 7 km circa lungo lo splendido litorale cesarino. È importante rimarcare come non sia una corsa agonistica, ma una leggera sgambata collettiva, utile a condividere la gioia del running e il piacere di stare insieme attraverso lo sport. Durante il tragitto vi saranno alcune soste durante le quali si scatteranno dei “selfie”, come ricordo di questa piacevole giornata. L’arrivo è previsto proprio all’interno della “Biblioteca Alberti”, dove ci sarà spazio per rifocillarsi e bere qualcosa insieme, ma soprattutto per condividere le emozioni vissute. Chi lo vorrà potrà lasciare un’offerta libera, allo scopo di raccogliere fondi per una nuova scaffalatura, utile per poter inserire i tanti libri donati in questi primi mesi di attività. Come segno di riconoscenza “Biblioteca Alberti”, metterà a disposizione dei libri che i partecipanti potranno prendere gratuitamente e magari donare a qualche amico. Resta ancora un po' di tempo a disposizione, per rimetterti in forma e correre verso la lettura …
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2019
PIAZZA NAZAIRO SAURO:
SPETTACOLO SAPONATO
di Gian Marco Imperiale
Musica, colori e sport: questa è la ricetta offerta dal Calcio Saponato per lo spettacolo cesarino in corso di svolgimento a Porto Cesareo, presso Piazza Nazario Sauro, dal 29 luglio al 6 agosto. Dai più piccoli, agli adulti è il gommone da calcio il vero protagonista: goffe cadute, agonismo e colpi di genio lo hanno consacrato ormai come l’evento per eccellenza dello sport cesarino in estate. L’evento nasce nel 2011, grazie alla creatività di due grandi amici cesarini appassionati di calcio, quali Mino Zollino e Alex Gentile. Spinti dalla curiosità di un evento simile a cui parteciparono, proposto a Nardò nello stesso anno, hanno deciso con audacia di riproporlo nel nostro borgo e, nonostante la difficoltà iniziali derivanti dall’organizzazione e dalla tecnica di gioco, insidiata dalla scivolosità del “gommone”, questi anni sono stati un continuo crescendo. È un piacere ritrovare decine di ragazzini allegri e spensierati che impegnano la loro giornata in piazza, sintomo che lo spirito sportivo dei più giovani è imprigionato nelle menti e nelle coscienze e alla prima occasione sprigiona tutta la sua vitalità. Motivo di orgoglio anche dell’organizzatore Mino Zollino, che non si culla sui risultati ottenuti, ma che in un’ottica futura auspica che questo evento inglobi totalmente la piazza, accompagnando il gommone e il mero evento sportivo con una grande manifestazione. A tal proposito sottolinea: “Si spera di crescere sempre, magari con qualche aiuto in più, anche da parte dei commercianti. Lo sforzo economico è notevole, ma l’evento può essere migliorato ulteriormente”. I più sentiti auguri agli organizzatori, la comunità è fiera di voi!
PUBBLICATO NELL'AGOSTO 2019
Musica, colori e sport: questa è la ricetta offerta dal Calcio Saponato per lo spettacolo cesarino in corso di svolgimento a Porto Cesareo, presso Piazza Nazario Sauro, dal 29 luglio al 6 agosto. Dai più piccoli, agli adulti è il gommone da calcio il vero protagonista: goffe cadute, agonismo e colpi di genio lo hanno consacrato ormai come l’evento per eccellenza dello sport cesarino in estate. L’evento nasce nel 2011, grazie alla creatività di due grandi amici cesarini appassionati di calcio, quali Mino Zollino e Alex Gentile. Spinti dalla curiosità di un evento simile a cui parteciparono, proposto a Nardò nello stesso anno, hanno deciso con audacia di riproporlo nel nostro borgo e, nonostante la difficoltà iniziali derivanti dall’organizzazione e dalla tecnica di gioco, insidiata dalla scivolosità del “gommone”, questi anni sono stati un continuo crescendo. È un piacere ritrovare decine di ragazzini allegri e spensierati che impegnano la loro giornata in piazza, sintomo che lo spirito sportivo dei più giovani è imprigionato nelle menti e nelle coscienze e alla prima occasione sprigiona tutta la sua vitalità. Motivo di orgoglio anche dell’organizzatore Mino Zollino, che non si culla sui risultati ottenuti, ma che in un’ottica futura auspica che questo evento inglobi totalmente la piazza, accompagnando il gommone e il mero evento sportivo con una grande manifestazione. A tal proposito sottolinea: “Si spera di crescere sempre, magari con qualche aiuto in più, anche da parte dei commercianti. Lo sforzo economico è notevole, ma l’evento può essere migliorato ulteriormente”. I più sentiti auguri agli organizzatori, la comunità è fiera di voi!
PUBBLICATO NELL'AGOSTO 2019
A COLPI DI VOGATE ...
IL PALIO CESARINO
di Dario Dell'Atti
L’estate con i suoi profumi colori e sapori ci riporta le feste tradizionali; prima dei Santi protettori il mese di luglio ci regala la sfida del palio di Porto Cesareo. L’evento, che illumina la marina Ionica dei colori dei rioni, ha inizio il 14 per concludersi nella seconda tranche il 18 d’Agosto. A colpi di vogate si sfideranno le dieci imbarcazioni che rappresentano i quartieri storici, e non, della splendida cittadina Jonica: La Strea, la Cina, la Corea, Centro Storico, Riviera di Levante, Torre Lapillo, Bacino Grande, Scalo di Furno, Punta Prosciutto, Il Poggio. La competizione, che rievoca l’antica voga dei pescatori cesarini a due in avanti in posizione eretta, prevede che le imbarcazioni circumnavighino un percorso segnalato da boe galleggianti per poi fare ritorno nella storica spiaggia cesarina: “la Triglia”. L’evento, patrocinato dalla Proloco di Porto Cesareo, ha inizio con il corteo degli sbandieratori nel quartiere del Centro Storico ex Folgore, seguito dal saluto del primo cittadino. Tra i diversi partecipanti, a incrociare i remi a colpi di voga, si scontreranno padre e figli, vari cugini e ora anche mariti e mogli. La partecipazione della prima squadra di donne a questa competizione è la straordinaria novità che arricchisce il palio di quest’anno. Il gioco, ufficializzato come palio solo nel 2010, ha origini antichissime e solo grazie a un gruppo di volontari ha ripreso risalto e importanza. Se la marina cesarina cerca le sue radici, sicuramente le può trovare in questa storica competizione estiva. (segue seconda parte)
PUBBLICATO NELL'AGOSTO 2019
L’estate con i suoi profumi colori e sapori ci riporta le feste tradizionali; prima dei Santi protettori il mese di luglio ci regala la sfida del palio di Porto Cesareo. L’evento, che illumina la marina Ionica dei colori dei rioni, ha inizio il 14 per concludersi nella seconda tranche il 18 d’Agosto. A colpi di vogate si sfideranno le dieci imbarcazioni che rappresentano i quartieri storici, e non, della splendida cittadina Jonica: La Strea, la Cina, la Corea, Centro Storico, Riviera di Levante, Torre Lapillo, Bacino Grande, Scalo di Furno, Punta Prosciutto, Il Poggio. La competizione, che rievoca l’antica voga dei pescatori cesarini a due in avanti in posizione eretta, prevede che le imbarcazioni circumnavighino un percorso segnalato da boe galleggianti per poi fare ritorno nella storica spiaggia cesarina: “la Triglia”. L’evento, patrocinato dalla Proloco di Porto Cesareo, ha inizio con il corteo degli sbandieratori nel quartiere del Centro Storico ex Folgore, seguito dal saluto del primo cittadino. Tra i diversi partecipanti, a incrociare i remi a colpi di voga, si scontreranno padre e figli, vari cugini e ora anche mariti e mogli. La partecipazione della prima squadra di donne a questa competizione è la straordinaria novità che arricchisce il palio di quest’anno. Il gioco, ufficializzato come palio solo nel 2010, ha origini antichissime e solo grazie a un gruppo di volontari ha ripreso risalto e importanza. Se la marina cesarina cerca le sue radici, sicuramente le può trovare in questa storica competizione estiva. (segue seconda parte)
PUBBLICATO NELL'AGOSTO 2019
CHAMPIONS SAPONATO
di Loris Peluso
Torna in vesti del tutto inedite il Calcetto Saponato a Porto Cesareo, con quella che sarà la 9° edizione dell’evento. L’attrazione di massa per antonomasia dell’estate cesarina avrà luogo in piazza “Nazario Sauro”, con date che si vanno a delineare fra il finire del mese di luglio e la prima settimana di agosto. Novità assoluta introdotta quest’anno è la conformazione stile Coppa dei Campioni, con ognuna delle compagini in gara che avrà il fermo desiderio di alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Come al solito il tutto si svolgerà all’interno di un campo gonfiabile cosparso di acqua e sapone, ribattezzato oramai dai più come “Nazario Stadium”. Buona musica, telecronaca live e tanti scivoloni accompagneranno le notti magiche della competizione, che nell’8° edizione ha visto trionfare i croati del “Punto Snack” contro i brasiliani de “La Piovra”, in quella che è stata una finale “mondiale” senza esclusione di colpi, piena di spettacolo e sano agonismo. Ci si aspetta il solito gran colpo d’occhio, con una domanda che già inizia a imperversare nella testa della gente. Riuscirà la Juventus targata quest’anno “Dio del Mare” a salire sul tetto d’Europa? Il tempo e soprattutto il campo risponderanno a questo quesito; nel frattempo countdown per noi …
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2019
Torna in vesti del tutto inedite il Calcetto Saponato a Porto Cesareo, con quella che sarà la 9° edizione dell’evento. L’attrazione di massa per antonomasia dell’estate cesarina avrà luogo in piazza “Nazario Sauro”, con date che si vanno a delineare fra il finire del mese di luglio e la prima settimana di agosto. Novità assoluta introdotta quest’anno è la conformazione stile Coppa dei Campioni, con ognuna delle compagini in gara che avrà il fermo desiderio di alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Come al solito il tutto si svolgerà all’interno di un campo gonfiabile cosparso di acqua e sapone, ribattezzato oramai dai più come “Nazario Stadium”. Buona musica, telecronaca live e tanti scivoloni accompagneranno le notti magiche della competizione, che nell’8° edizione ha visto trionfare i croati del “Punto Snack” contro i brasiliani de “La Piovra”, in quella che è stata una finale “mondiale” senza esclusione di colpi, piena di spettacolo e sano agonismo. Ci si aspetta il solito gran colpo d’occhio, con una domanda che già inizia a imperversare nella testa della gente. Riuscirà la Juventus targata quest’anno “Dio del Mare” a salire sul tetto d’Europa? Il tempo e soprattutto il campo risponderanno a questo quesito; nel frattempo countdown per noi …
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2019
CALCIO CESARINO: C'ERA UNA VOLTA
di Gian Marco Imperiale
Erano gli anni ’70 e nella nostra piccola comunità una squadra di campioni faceva parlare di sé stessa e di Porto Cesareo in tutta la provincia. La Porto Cesareo calcistica di quei tempi vantava orgogliosamente oltre che un ricco palmares, un gruppo coeso da valori e forti amicizie, un ambiente contagioso di entusiasmo che attirava negli impegni calcistici domenicali centinaia di persone presso il campo sportivo di Leverano, poiché in quegli anni il comune era ancora sprovvisto di un proprio impianto sportivo. La passione e l’impegno dei calciatori e la dedizione dell’allora presidente Cosimo Moscagiuri, con l’allenatore-giocatore Romolo Peluso, tuttora idolatrati dai loro ex atleti (ndr), fu esemplare, tanto che è nostalgico raccontare i tempi che furono … In quella squadra senza far torto ad alcuno, spiccavano tra gli altri Egidio De Monte, Muci Silvestro, Giovanni Imperiale, Egidio Peluso, Francesco Tarantino, Emanuele Zecca. Il successo di quella squadra, mai raggiunto prima, fu la promozione dalla terza alla seconda categoria dilettanti. Negli anni successivi il cambio della vecchia guardia con l’ultimo presidente di fede cesarina, Francesco Zollino, ha riacceso la fede calcistica e lo spirito sportivo, tanto che nel 2012 un gruppo ristretto di ragazzi diede vita al tifo organizzato: Il Commando Ultrà. Una serie di stagioni con risultati mediocri, non spensero l’entusiasmo: spalti gremiti, coreografie, luci colori e passione hanno sempre sostenuto il Porto Cesareo Calcio tra le mura nemiche e in tutti i campi provinciali in cui si giocava; non importava dove, quando e in che situazione si giocava, erano sempre in tanti i seguaci. Allo stato attuale con scoramento, si consta che nulla di tutto questo esiste più; permane invece la speranza che possano ritornare ancora quei bei tempi, per il bene dello sport, per il bene di Porto Cesareo, per il bene di noi tutti.
PUBBLICATO NEL MAGGIO 2019
Erano gli anni ’70 e nella nostra piccola comunità una squadra di campioni faceva parlare di sé stessa e di Porto Cesareo in tutta la provincia. La Porto Cesareo calcistica di quei tempi vantava orgogliosamente oltre che un ricco palmares, un gruppo coeso da valori e forti amicizie, un ambiente contagioso di entusiasmo che attirava negli impegni calcistici domenicali centinaia di persone presso il campo sportivo di Leverano, poiché in quegli anni il comune era ancora sprovvisto di un proprio impianto sportivo. La passione e l’impegno dei calciatori e la dedizione dell’allora presidente Cosimo Moscagiuri, con l’allenatore-giocatore Romolo Peluso, tuttora idolatrati dai loro ex atleti (ndr), fu esemplare, tanto che è nostalgico raccontare i tempi che furono … In quella squadra senza far torto ad alcuno, spiccavano tra gli altri Egidio De Monte, Muci Silvestro, Giovanni Imperiale, Egidio Peluso, Francesco Tarantino, Emanuele Zecca. Il successo di quella squadra, mai raggiunto prima, fu la promozione dalla terza alla seconda categoria dilettanti. Negli anni successivi il cambio della vecchia guardia con l’ultimo presidente di fede cesarina, Francesco Zollino, ha riacceso la fede calcistica e lo spirito sportivo, tanto che nel 2012 un gruppo ristretto di ragazzi diede vita al tifo organizzato: Il Commando Ultrà. Una serie di stagioni con risultati mediocri, non spensero l’entusiasmo: spalti gremiti, coreografie, luci colori e passione hanno sempre sostenuto il Porto Cesareo Calcio tra le mura nemiche e in tutti i campi provinciali in cui si giocava; non importava dove, quando e in che situazione si giocava, erano sempre in tanti i seguaci. Allo stato attuale con scoramento, si consta che nulla di tutto questo esiste più; permane invece la speranza che possano ritornare ancora quei bei tempi, per il bene dello sport, per il bene di Porto Cesareo, per il bene di noi tutti.
PUBBLICATO NEL MAGGIO 2019
PORTO CESAREO: IN CERCA DI SPORT
di Gian Marco Imperiale
Premetto subito che lo Sport, oltre ad essere una passione per alcuni, una necessità per altri, è il più importante strumento di socializzazione e educazione. Secondo quanto riportato da “la Repubblica” molti forse non sanno che gran parte dei pedagoghi considera lo sport l’attività educativa per eccellenza, che permette di raggiungere la maturità con leggerezza e piacere. Si riferiscono logicamente allo sport sano, non a quello malato di competizione e di protagonismo. Qual ora volessimo canalizzare e immergere “l’attività sportiva” a Porto Cesareo, denunceremo che questa è praticamente assente, in un contesto che ha l’obbligo di essere sensibile allo sviluppo delle nuove generazioni. Nel nostro contesto, purtroppo, sono molto sviluppate le classiche forme di devianza tra i più giovani: in primis l’assunzione di stupefacenti inizia a essere una vera e propria piaga sociale che deve essere contrastata. Quale occasione migliore allora, per poter diversificare il tempo libero dei ragazzi, di incentivare strutture sportive che al momento sono inagibili, inadeguate e molto rare per non dire inesistenti? La superficialità circa queste questioni, devono far riflettere l’intera comunità, su una prospettiva futura preoccupante: giovani generazioni spesso disorientate, senza interessi, annoiate, inibite di fronte al fatto che tirare due calci al pallone è salutare per corpo, mente e incentiva la socializzazione e la ricerca di nuovi obiettivi personali. L’ auspicio è quello di vedere una maggiore sinergia tra enti pubblici e privati, ricordando che il 6 aprile celebriamo la “Giornata Mondiale dello Sport”, in onore ai primi giochi Olimpici del 1896.
PUBBLICATO NELL'APRILE 2019
Premetto subito che lo Sport, oltre ad essere una passione per alcuni, una necessità per altri, è il più importante strumento di socializzazione e educazione. Secondo quanto riportato da “la Repubblica” molti forse non sanno che gran parte dei pedagoghi considera lo sport l’attività educativa per eccellenza, che permette di raggiungere la maturità con leggerezza e piacere. Si riferiscono logicamente allo sport sano, non a quello malato di competizione e di protagonismo. Qual ora volessimo canalizzare e immergere “l’attività sportiva” a Porto Cesareo, denunceremo che questa è praticamente assente, in un contesto che ha l’obbligo di essere sensibile allo sviluppo delle nuove generazioni. Nel nostro contesto, purtroppo, sono molto sviluppate le classiche forme di devianza tra i più giovani: in primis l’assunzione di stupefacenti inizia a essere una vera e propria piaga sociale che deve essere contrastata. Quale occasione migliore allora, per poter diversificare il tempo libero dei ragazzi, di incentivare strutture sportive che al momento sono inagibili, inadeguate e molto rare per non dire inesistenti? La superficialità circa queste questioni, devono far riflettere l’intera comunità, su una prospettiva futura preoccupante: giovani generazioni spesso disorientate, senza interessi, annoiate, inibite di fronte al fatto che tirare due calci al pallone è salutare per corpo, mente e incentiva la socializzazione e la ricerca di nuovi obiettivi personali. L’ auspicio è quello di vedere una maggiore sinergia tra enti pubblici e privati, ricordando che il 6 aprile celebriamo la “Giornata Mondiale dello Sport”, in onore ai primi giochi Olimpici del 1896.
PUBBLICATO NELL'APRILE 2019
MUNDIAL SAPONATO
di Alessio Peluso
Tradizionale appuntamento dell’estate cesarina, si è rinnovato ancora una volta in Piazza “Nazario Sauro”, con l’VIII edizione di “Calcetto Saponato”, organizzato da Mino Zollino. Su un materasso rosso gonfiabile impregnato di sapone ed acqua, si sono sfidate dodici nazionali: nel gruppo A erano inserite Brasile, Belgio, Islanda, Senegal, Spagna e Russia; nel girone B Croazia, Uruguay, Colombia, Messico, Argentina e Portogallo. Sotto un cielo tinto di stelle a riflettersi con la cornice del mare sullo sfondo, le varie formazioni si sono date battaglia nelle serate tra il 26 luglio e il 1° agosto, con gare avvincenti, scivolate a non finire dato il precario equilibrio e l’intrattenimento garantito a bordo campo dalla cronaca diretta dei match, coadiuvata dalle hit del momento. La finale ha visto trionfare la Croazia sul Brasile ai tempi supplementari, con le reti decisive di Gabriele Sacco e il grande contributo tecnico di Emanuele Conte; ai verde oro non bastano i gol del bomber Mattia Cardone, autore anche di una splendida rovesciata. Nella manifestazione dedicata ai più piccoli invece, il Belgio nei minuti finali ha ragione del Brasile. Nell’immagine sopra, l’allenatore Mattia Iaconisi con il suo vice Danilo De Pace, dopo aver alzato al cielo la Coppa del Mondo.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2018
Tradizionale appuntamento dell’estate cesarina, si è rinnovato ancora una volta in Piazza “Nazario Sauro”, con l’VIII edizione di “Calcetto Saponato”, organizzato da Mino Zollino. Su un materasso rosso gonfiabile impregnato di sapone ed acqua, si sono sfidate dodici nazionali: nel gruppo A erano inserite Brasile, Belgio, Islanda, Senegal, Spagna e Russia; nel girone B Croazia, Uruguay, Colombia, Messico, Argentina e Portogallo. Sotto un cielo tinto di stelle a riflettersi con la cornice del mare sullo sfondo, le varie formazioni si sono date battaglia nelle serate tra il 26 luglio e il 1° agosto, con gare avvincenti, scivolate a non finire dato il precario equilibrio e l’intrattenimento garantito a bordo campo dalla cronaca diretta dei match, coadiuvata dalle hit del momento. La finale ha visto trionfare la Croazia sul Brasile ai tempi supplementari, con le reti decisive di Gabriele Sacco e il grande contributo tecnico di Emanuele Conte; ai verde oro non bastano i gol del bomber Mattia Cardone, autore anche di una splendida rovesciata. Nella manifestazione dedicata ai più piccoli invece, il Belgio nei minuti finali ha ragione del Brasile. Nell’immagine sopra, l’allenatore Mattia Iaconisi con il suo vice Danilo De Pace, dopo aver alzato al cielo la Coppa del Mondo.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2018
"VIVICITTA" A PORTO CESAREO
di Alessio Peluso
Si è svolta domenica 15 aprile a Porto Cesareo la 35sima edizione del “Vivicittà”, la corsa più grande al mondo che quest’anno ruota attorno al tema “Attività sostenibili”. Sotto un cielo privo di sole e con uno sfondo marino da sogno, ai nastri di partenza vi erano circa 1000 iscritti. Un autentico record! Il tracciato all’interno del paese ha fatto registrare una buona cornice di pubblico, a sostenere la fatica e il sudore degli atleti. La vittoria finale tra gli uomini è andata a Francesco Quarato del Team Pianeta Sport che ha percorso i 12 chilometri con il tempo di 39’54”, seguito da Antonio Varallo e Davide D’Amico entrambi della Action Running, rispettivamente a 40’40” e 41’31”. Tra le donne trionfo di Emanuela Gemma dell’Asd Tre Casali in 46’28”; completano il podio Marta Alò di Alter Atletica in 46’29” e Luana Boellis della società La Mandra Calimera in 46’37”. Nel percorso per i non-tesserati da 6 km tanti i momenti di solidarietà e armonia, con la numerosa presenza di donne e anche qualche giovanissimo, che ha contribuito a rendere speciale la II edizione del “Corri a Porto Cesareo”.
PUBBLICATO NEL MAGGIO 2018
Si è svolta domenica 15 aprile a Porto Cesareo la 35sima edizione del “Vivicittà”, la corsa più grande al mondo che quest’anno ruota attorno al tema “Attività sostenibili”. Sotto un cielo privo di sole e con uno sfondo marino da sogno, ai nastri di partenza vi erano circa 1000 iscritti. Un autentico record! Il tracciato all’interno del paese ha fatto registrare una buona cornice di pubblico, a sostenere la fatica e il sudore degli atleti. La vittoria finale tra gli uomini è andata a Francesco Quarato del Team Pianeta Sport che ha percorso i 12 chilometri con il tempo di 39’54”, seguito da Antonio Varallo e Davide D’Amico entrambi della Action Running, rispettivamente a 40’40” e 41’31”. Tra le donne trionfo di Emanuela Gemma dell’Asd Tre Casali in 46’28”; completano il podio Marta Alò di Alter Atletica in 46’29” e Luana Boellis della società La Mandra Calimera in 46’37”. Nel percorso per i non-tesserati da 6 km tanti i momenti di solidarietà e armonia, con la numerosa presenza di donne e anche qualche giovanissimo, che ha contribuito a rendere speciale la II edizione del “Corri a Porto Cesareo”.
PUBBLICATO NEL MAGGIO 2018
IN APNEA CON PELIZZARI
di Stefano Colasso
Tra il 15 e il 17 settembre grande ospite a Porto Cesareo, con la presenza di un docente d’eccezione e di livello assoluto, quale il pluriprimatista mondiale di apnea profonda, Umberto Pelizzari. Durante le lezioni di teoria, sono stati trattati i seguenti argomenti: fisiologia dell'apnea, tecniche di respirazione, tecniche di rilassamento, training autogeno, tecniche di allenamento all’apnea, tecniche di ginnastica tubarica, pinneggiata, compensazione ai vari livelli e molto altro ancora. Le lezioni pratiche tenute in mare si sono svolte con il supporto di 2 gommoni ed un catamarano dalla dimensione di 16 metri. Le lezioni teoriche dedicate a rilassamento, respirazione e training autogeno sono avvenute nella splendida pineta dell’Isola dei Conigli. Tutti i momenti dello stage sono stati coordinati da Umberto Pelizzari, coadiuvato dal suo staff di istruttori Apnea Academy. Il tutto si è concluso con l’estrazione riservata ai partecipanti, con la possibilità di garantirsi attrezzature di ultima generazione. Soddisfazione anche nelle parole del sindaco Salvatore Albano:” Si tratta di uno stage patrocinato dalle principali istituzioni del territorio e che avrà una considerevole visibilità nazionale ed internazionale sugli organi di informazione, grazie alla presenza di un campione scelto quale testimonial e formatore. Un percorso virtuoso che fa dell’Aerea Marina Protetta un vero e proprio fiore all’occhiello, modello ecosostenibile, di sviluppo del territorio e del turismo”.
PUBBLICATO NELL'OTTOBRE 2017
Tra il 15 e il 17 settembre grande ospite a Porto Cesareo, con la presenza di un docente d’eccezione e di livello assoluto, quale il pluriprimatista mondiale di apnea profonda, Umberto Pelizzari. Durante le lezioni di teoria, sono stati trattati i seguenti argomenti: fisiologia dell'apnea, tecniche di respirazione, tecniche di rilassamento, training autogeno, tecniche di allenamento all’apnea, tecniche di ginnastica tubarica, pinneggiata, compensazione ai vari livelli e molto altro ancora. Le lezioni pratiche tenute in mare si sono svolte con il supporto di 2 gommoni ed un catamarano dalla dimensione di 16 metri. Le lezioni teoriche dedicate a rilassamento, respirazione e training autogeno sono avvenute nella splendida pineta dell’Isola dei Conigli. Tutti i momenti dello stage sono stati coordinati da Umberto Pelizzari, coadiuvato dal suo staff di istruttori Apnea Academy. Il tutto si è concluso con l’estrazione riservata ai partecipanti, con la possibilità di garantirsi attrezzature di ultima generazione. Soddisfazione anche nelle parole del sindaco Salvatore Albano:” Si tratta di uno stage patrocinato dalle principali istituzioni del territorio e che avrà una considerevole visibilità nazionale ed internazionale sugli organi di informazione, grazie alla presenza di un campione scelto quale testimonial e formatore. Un percorso virtuoso che fa dell’Aerea Marina Protetta un vero e proprio fiore all’occhiello, modello ecosostenibile, di sviluppo del territorio e del turismo”.
PUBBLICATO NELL'OTTOBRE 2017
CALCIO & SAPONE:
TRIONFA LA PIOVRA
di Mino Zollino
“Notti insaponate inseguendo un gol, sotto il cielo di un’estate cesarina …” Mi perdoneranno Bennato e la Nannini, per aver leggermente modificato l’inno ufficiale dei Mondiali Italia ’90, per raccontare le tante emozioni avvenute durante la 7° edizione del Calcetto Saponato, organizzato dalla volontà e dalla passione di Mino e Alex. La lunga cavalcata calcistica iniziata il 27 luglio, si è conclusa il 5 agosto con la finalissima tra La Piovra e il Punto Snack: un match equilibrato e combattuto, ha visto prevalere col punteggio di 12 a 10 La Piovra che si laurea campione per la prima volta, guidata dalla coppia d’oro Cardone-Conte; i Punto Snack detentori del trofeo cedono il passo, ma dimostrano il loro particolare feeling con il sapone rimanendo protagonisti fino in fondo e aggiudicandosi il Torneo “Piccoli amici” giocato da ragazzi con età inferiore ai 18 anni. La manifestazione allietata dalla musica e dalla telecronaca live a bordo campo, ha raccolto grandi consensi e già si prepara per l’ottava edizione.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2017
“Notti insaponate inseguendo un gol, sotto il cielo di un’estate cesarina …” Mi perdoneranno Bennato e la Nannini, per aver leggermente modificato l’inno ufficiale dei Mondiali Italia ’90, per raccontare le tante emozioni avvenute durante la 7° edizione del Calcetto Saponato, organizzato dalla volontà e dalla passione di Mino e Alex. La lunga cavalcata calcistica iniziata il 27 luglio, si è conclusa il 5 agosto con la finalissima tra La Piovra e il Punto Snack: un match equilibrato e combattuto, ha visto prevalere col punteggio di 12 a 10 La Piovra che si laurea campione per la prima volta, guidata dalla coppia d’oro Cardone-Conte; i Punto Snack detentori del trofeo cedono il passo, ma dimostrano il loro particolare feeling con il sapone rimanendo protagonisti fino in fondo e aggiudicandosi il Torneo “Piccoli amici” giocato da ragazzi con età inferiore ai 18 anni. La manifestazione allietata dalla musica e dalla telecronaca live a bordo campo, ha raccolto grandi consensi e già si prepara per l’ottava edizione.
PUBBLICATO NEL SETTEMBRE 2017
SFIDANDO LA CUCCAGNA
di Stefano Colasso
Giunge all’edizione numero 61, una delle manifestazioni più divertenti e curiose, della nostra tradizione. E’ il cosiddetto “Albero della Cuccagna”, reso viscido dal grasso che ostacola inevitabilmente il percorso degli aitanti partecipanti. Si tratta spesso e volentieri di giovani pescatori che sfidando il precario equilibrio provano a raggiungere la bandiera posta alla fine del percorso lungo circa 12 metri. L’evento celebrato durante i festeggiamenti in onore di Santa Cesarea attira migliaia di turisti nei pressi di piazza “Nazario Sauro”. Tante le cadute rocambolesche e buffe che innalzano il boato della folla presente. Solo al primo classificato è garantito il premio, per gli altri solo l’attestato di partecipazione per aver tentato l’ardua impresa. In molti altri paesi, la bandiera è sostituita da prosciutti, salami o altri generi alimentari; in Indonesia invece l’albero è posto in posizione verticale e in cima vi sono delle bellissime biciclette. L'origine di questa tradizione popolare si perde nella notte dei tempi ed è probabilmente legata al culto celtico della fertilità. In particolare, le popolazioni germaniche hanno da sempre venerato gli alberi e festeggiato la loro fioritura con doni e offerte. Anche quest’anno la sfida è rinnovata: in bocca al lupo ai coraggiosi equilibristi …
PUBBLICATO NELL'AGOSTO 2017
Giunge all’edizione numero 61, una delle manifestazioni più divertenti e curiose, della nostra tradizione. E’ il cosiddetto “Albero della Cuccagna”, reso viscido dal grasso che ostacola inevitabilmente il percorso degli aitanti partecipanti. Si tratta spesso e volentieri di giovani pescatori che sfidando il precario equilibrio provano a raggiungere la bandiera posta alla fine del percorso lungo circa 12 metri. L’evento celebrato durante i festeggiamenti in onore di Santa Cesarea attira migliaia di turisti nei pressi di piazza “Nazario Sauro”. Tante le cadute rocambolesche e buffe che innalzano il boato della folla presente. Solo al primo classificato è garantito il premio, per gli altri solo l’attestato di partecipazione per aver tentato l’ardua impresa. In molti altri paesi, la bandiera è sostituita da prosciutti, salami o altri generi alimentari; in Indonesia invece l’albero è posto in posizione verticale e in cima vi sono delle bellissime biciclette. L'origine di questa tradizione popolare si perde nella notte dei tempi ed è probabilmente legata al culto celtico della fertilità. In particolare, le popolazioni germaniche hanno da sempre venerato gli alberi e festeggiato la loro fioritura con doni e offerte. Anche quest’anno la sfida è rinnovata: in bocca al lupo ai coraggiosi equilibristi …
PUBBLICATO NELL'AGOSTO 2017
SPETTACOLO ACQUABIKE
di Stefano Colasso
“La vita è correre. Il resto è soltanto attesa …” ricordava Steve McQuenn. Se ne sarà accorto anche il pubblico di Porto Cesareo e dintorni meravigliato e affascinato dalla prima tappa del Mondiale di Acqua Bike. Tra il 2 e 4 giugno nello specchio d’acqua antistante la riviera di Levante, in quella che è l’unica zona franca dell’area marina protetta, uno spettacolo unico: 110 i riders partecipanti, con al seguito 220 persone dei vari team, provenienti da 27 nazioni e per la prima volta in Italia piloti cinesi, australiani e statunitensi. Gare mozzafiatanti intervallate dal freestyle, dove i piloti si sono cimentati in acrobazie e salti da far strabuzzare gli occhi. Tra gli italiani in grande evidenza nella categoria Runabout Gp 2 Mattia Fracasso diventato campione del mondo dopo tre prestazioni eccezionali nelle 3 gare disputate, con un totale di 75 punti, seguito da Ali Allanjawi degli Emirati Arabi Uniti e dall’altro connazionale Giorgio Viscione, terzo a quota 45. Altra soddisfazione per il medagliere italiano è giunta da Roberto Mariani, che con le sue pirotecniche esibizioni nella specialità freestyle agguanta un meritato 3° posto, al cospetto degli inarrivabili fratelli Rok e Nac Florjancic. Nella categoria regina, il Runabout Gp1, con bolidi capaci di raggiungere i 160 Km orari, il campione del mondo in carica Yousef Al Abdulrazzaq del Kuwait mette in fila l’intero gruppo, seguito dallo svedese Lars Akerblom e dall’ungherese Gyorgy Kasza. La manifestazione si è chiusa così tra l’entusiasmo di migliaia di appassionati e l’apoteosi finale durante le premiazioni.
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2017
“La vita è correre. Il resto è soltanto attesa …” ricordava Steve McQuenn. Se ne sarà accorto anche il pubblico di Porto Cesareo e dintorni meravigliato e affascinato dalla prima tappa del Mondiale di Acqua Bike. Tra il 2 e 4 giugno nello specchio d’acqua antistante la riviera di Levante, in quella che è l’unica zona franca dell’area marina protetta, uno spettacolo unico: 110 i riders partecipanti, con al seguito 220 persone dei vari team, provenienti da 27 nazioni e per la prima volta in Italia piloti cinesi, australiani e statunitensi. Gare mozzafiatanti intervallate dal freestyle, dove i piloti si sono cimentati in acrobazie e salti da far strabuzzare gli occhi. Tra gli italiani in grande evidenza nella categoria Runabout Gp 2 Mattia Fracasso diventato campione del mondo dopo tre prestazioni eccezionali nelle 3 gare disputate, con un totale di 75 punti, seguito da Ali Allanjawi degli Emirati Arabi Uniti e dall’altro connazionale Giorgio Viscione, terzo a quota 45. Altra soddisfazione per il medagliere italiano è giunta da Roberto Mariani, che con le sue pirotecniche esibizioni nella specialità freestyle agguanta un meritato 3° posto, al cospetto degli inarrivabili fratelli Rok e Nac Florjancic. Nella categoria regina, il Runabout Gp1, con bolidi capaci di raggiungere i 160 Km orari, il campione del mondo in carica Yousef Al Abdulrazzaq del Kuwait mette in fila l’intero gruppo, seguito dallo svedese Lars Akerblom e dall’ungherese Gyorgy Kasza. La manifestazione si è chiusa così tra l’entusiasmo di migliaia di appassionati e l’apoteosi finale durante le premiazioni.
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2017
ACR NEL PALLONE
di Alessio Peluso
“Mentre i cinque della difesa vanno avanti, i cinque attaccanti retrocedono e così viceversa. Allora la gente pensa: «Ma quelli che c'hanno cinque giocatori in più?» Invece no, perché mentre i cinque vanno avanti, gli altri cinque vanno indietro, e durante questa confusione generale le squadre avversarie si diranno: «Ah! Ah! Che cosa sta succedendo?». E non ci capiscono niente …” Tratte dal film “L’allenatore nel pallone”, con grande protagonista Lino Banfi nel ruolo di allenatore, è l’assist ideale per descrivere all’insegna dell’ironia, buon umore e sorriso il 2° Torneo di Calcetto dell’Azione Cattolica Ragazzi: la manifestazione disputata sabato 27 maggio dalle 17 alle 21, ha visto protagoniste ben 6 formazioni suddivise in due gruppi. Da qui sono uscite le semifinali, con i Ferrari46 che con un’agile cinquina sui Team hanno guadagnato l’accesso alla finale; nell’altro scontro sofferta vittoria, 3 a 2 al “Golden gol” per gli Evviva la Chiesa sugli Zeus FC. La finalissima di fronte a una buona cornice di pubblico, considerata la giovanissima età dei partecipanti, ha visto poi trionfare gli Evviva la Chiesa che dopo un match combattutissimo, l’hanno spuntata ancora una volta ai supplementari sempre per 3 a 2! Lo spettacolo è stato senza dubbio gradevole, con un sano agonismo e soprattutto lasciando poco spazio alla tattica e organizzazione sul terreno di gioco: per dirla alla Lino Banfi o meglio Oronzo Canà, da oggi il nostro modulo in campo non sarà un banale 4-4-2 o 4-5-1, bensì un’iper offensivo 5-5-5…
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2017
“Mentre i cinque della difesa vanno avanti, i cinque attaccanti retrocedono e così viceversa. Allora la gente pensa: «Ma quelli che c'hanno cinque giocatori in più?» Invece no, perché mentre i cinque vanno avanti, gli altri cinque vanno indietro, e durante questa confusione generale le squadre avversarie si diranno: «Ah! Ah! Che cosa sta succedendo?». E non ci capiscono niente …” Tratte dal film “L’allenatore nel pallone”, con grande protagonista Lino Banfi nel ruolo di allenatore, è l’assist ideale per descrivere all’insegna dell’ironia, buon umore e sorriso il 2° Torneo di Calcetto dell’Azione Cattolica Ragazzi: la manifestazione disputata sabato 27 maggio dalle 17 alle 21, ha visto protagoniste ben 6 formazioni suddivise in due gruppi. Da qui sono uscite le semifinali, con i Ferrari46 che con un’agile cinquina sui Team hanno guadagnato l’accesso alla finale; nell’altro scontro sofferta vittoria, 3 a 2 al “Golden gol” per gli Evviva la Chiesa sugli Zeus FC. La finalissima di fronte a una buona cornice di pubblico, considerata la giovanissima età dei partecipanti, ha visto poi trionfare gli Evviva la Chiesa che dopo un match combattutissimo, l’hanno spuntata ancora una volta ai supplementari sempre per 3 a 2! Lo spettacolo è stato senza dubbio gradevole, con un sano agonismo e soprattutto lasciando poco spazio alla tattica e organizzazione sul terreno di gioco: per dirla alla Lino Banfi o meglio Oronzo Canà, da oggi il nostro modulo in campo non sarà un banale 4-4-2 o 4-5-1, bensì un’iper offensivo 5-5-5…
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2017
YOGA A CISARIA
di Lucianna Greco
Cisaria e il mare: sedute su una panchina, con lo sguardo rivolto verso il mare, la zia e sua nipote, lasciano che i loro pensieri siano accarezzati dalla brezza marina. La nipote volgendo lo sguardo verso il volto della zia e, vedendo la sua fronte corrucciata, le chiede. Cara zia, qual’é il pensiero che come una grossa nuvola carica di pioggia si è fermata nella tua mente? “La zia m’hannu dittu ca a cisaria si fa yoga. La nipote. Qual è il motivo di tanta preoccupazione? La zia. Sai lo yoga è una religione che va contro la chiesa. La nipote: Cerchiamo di scoprire insieme cos’è lo yoga. Il termine yoga deriva dal sanscrito yuj che significa unire. Unire si, ma cosa? Noi sappiamo di non essere solo la mente, solo il corpo, solo i sensi, ma siamo la totalità che le nostre componenti costituiscono. Noi invece concepiamo il corpo e la mente come due componenti separate ed autonome dalla persona. La pratica dello yoga coinvolge la persona sia sul piano fisico e corporeo, sia sul piano emotivo - psicologico, mentale e spirituale Questa consapevolezza della totalità dell’unione delle varie componenti della persona si sviluppa con la pratica dello yoga. Ecco perché si tratta di una disciplina empirica con contenuti altamente spirituali. Dunque, dal punto di vista fisiologico, lo yoga esercita una azione che distende i muscoli, stimola il metabolismo cellulare, tutto il sistema immunitario. Corregge il portamento e la postura, insegna a respirare più profondamente e più lentamente a favore di una circolazione sanguigna ottimale, ma a questi effetti sono collegati effetti psicologici ed emotivi. Infatti una buona circolazione rende calmi, rilassati e ricettivi: un corpo sano è pieno di energia e vitalità. Da quanto sopra si evince che lo yoga è un processo che ci conduce verso la via dell’interiorità in cui noi diventiamo consapevoli della totalità e attraverso la consapevolezza noi possiamo entrare nella verità della vita.
PUBBLICATO NELL'OTTOBRE 2016
Cisaria e il mare: sedute su una panchina, con lo sguardo rivolto verso il mare, la zia e sua nipote, lasciano che i loro pensieri siano accarezzati dalla brezza marina. La nipote volgendo lo sguardo verso il volto della zia e, vedendo la sua fronte corrucciata, le chiede. Cara zia, qual’é il pensiero che come una grossa nuvola carica di pioggia si è fermata nella tua mente? “La zia m’hannu dittu ca a cisaria si fa yoga. La nipote. Qual è il motivo di tanta preoccupazione? La zia. Sai lo yoga è una religione che va contro la chiesa. La nipote: Cerchiamo di scoprire insieme cos’è lo yoga. Il termine yoga deriva dal sanscrito yuj che significa unire. Unire si, ma cosa? Noi sappiamo di non essere solo la mente, solo il corpo, solo i sensi, ma siamo la totalità che le nostre componenti costituiscono. Noi invece concepiamo il corpo e la mente come due componenti separate ed autonome dalla persona. La pratica dello yoga coinvolge la persona sia sul piano fisico e corporeo, sia sul piano emotivo - psicologico, mentale e spirituale Questa consapevolezza della totalità dell’unione delle varie componenti della persona si sviluppa con la pratica dello yoga. Ecco perché si tratta di una disciplina empirica con contenuti altamente spirituali. Dunque, dal punto di vista fisiologico, lo yoga esercita una azione che distende i muscoli, stimola il metabolismo cellulare, tutto il sistema immunitario. Corregge il portamento e la postura, insegna a respirare più profondamente e più lentamente a favore di una circolazione sanguigna ottimale, ma a questi effetti sono collegati effetti psicologici ed emotivi. Infatti una buona circolazione rende calmi, rilassati e ricettivi: un corpo sano è pieno di energia e vitalità. Da quanto sopra si evince che lo yoga è un processo che ci conduce verso la via dell’interiorità in cui noi diventiamo consapevoli della totalità e attraverso la consapevolezza noi possiamo entrare nella verità della vita.
PUBBLICATO NELL'OTTOBRE 2016
L'EUROPA A TINTE VERDE ROSSE
di Alessio Peluso
Sulla scia di quanto proposto nelle scorse primavere, l'associazione culturale MaNoiNo ha rinnovato l'appuntamento parallelo alle grandi competizioni sportive: quest'anno è toccato ad EURO 2016. E così in contemporanea con gli Europei di calcio in Francia, il parco dedicato a Sandro Pertini (ex Presidente della Repubblica NdR) ha anticipato la grande contesa europea nella piccola Porto Cesareo. Ben 12 le formazioni iscritte e suddivise in tre gironi da quattro squadre. Ogni compagine indipendentemente dalla nazionale rappresentata, indossava le divise ufficiali della nazione di riferimento offerte dall'associazione. Il torneo durato 3 settimane ha messo in mostra tanti giovani talenti del calcio salentino, unito ad un sano agonismo e fair-play (rispetto). La manifestazione ha visto trionfare il Portogallo sull'Irlanda con il punteggio di 4 a 2 in una finale combattuta e con una buona cornice di pubblico. I lusitani (portoghesi) hanno così potuto alzare la coppa di campioni d'Europa, in un contesto divertente con musica e speaker per l'intrattenimento a bordo campo. La manifestazione che così tanto ha attirato il giovane pubblico è solo l'inizio delle iniziative in vista della bella stagione in corso: un buon viatico, per una giovane associazione.
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2016
Sulla scia di quanto proposto nelle scorse primavere, l'associazione culturale MaNoiNo ha rinnovato l'appuntamento parallelo alle grandi competizioni sportive: quest'anno è toccato ad EURO 2016. E così in contemporanea con gli Europei di calcio in Francia, il parco dedicato a Sandro Pertini (ex Presidente della Repubblica NdR) ha anticipato la grande contesa europea nella piccola Porto Cesareo. Ben 12 le formazioni iscritte e suddivise in tre gironi da quattro squadre. Ogni compagine indipendentemente dalla nazionale rappresentata, indossava le divise ufficiali della nazione di riferimento offerte dall'associazione. Il torneo durato 3 settimane ha messo in mostra tanti giovani talenti del calcio salentino, unito ad un sano agonismo e fair-play (rispetto). La manifestazione ha visto trionfare il Portogallo sull'Irlanda con il punteggio di 4 a 2 in una finale combattuta e con una buona cornice di pubblico. I lusitani (portoghesi) hanno così potuto alzare la coppa di campioni d'Europa, in un contesto divertente con musica e speaker per l'intrattenimento a bordo campo. La manifestazione che così tanto ha attirato il giovane pubblico è solo l'inizio delle iniziative in vista della bella stagione in corso: un buon viatico, per una giovane associazione.
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2016
MEMORIAL MATTEO DE PACE:
RICORDO PERENNE
di Andrea Baldi
Ogni anno “gli amici” organizzano a Porto Cesareo il Memorial “Matteo De Pace”, giunto alla XIII edizione, per ricordare il giovane amico prematuramente scomparso nel 2001 in un tragico incidente stradale. Da qualche anno l’evento è preparato in collaborazione con l’associazione “La primavera nel mondo” ONLUS. La manifestazione da un lato, ci aiuta a ricordare Matteo che amava i bambini divertendo chiunque, dall’altro è fonte di finanziamento per il progetto “Porto Cesareo for Africa” per la realizzazione della scuola materna St.Mary a Laropi (Uganda) col partenariato della Regione Puglia. I lavori iniziati nel marzo 2013 stanno per concludersi come ho potuto constatare personalmente nella mia visita in Africa con Padre Terence. Il Memorial ha luogo a metà dicembre e, nonostante l’umido e il freddo, la risposta in termini di presenza e partecipazione dei giovani è straordinaria. Un evento atteso tutto l’anno che unisce diverse fasce di età favorendo l’integrazione con la comunità magrebina che partecipa al torneo. Sedici squadre si contendono il titolo nel ricordo di Matteo, mentre in parallelo si svolge una gara per i più piccoli; centinaia di giovani si ritrovano con gioia e per tre settimane il campo di calcetto diventa centro d’incontro di Porto Cesareo. La palese dimostrazione che basta poco per avvicinar fra loro i giovani e renderli partecipi. Sport, divertimento, compartecipazione, sano agonismo e solidarietà: ecco gli ingredienti di sempre. Questo evento vuole essere solo una minuscola opportunità che viene offerta agli adolescenti per ritrovarsi, scoprire e vivere quei valori della vita ai quali sono particolarmente sensibili: amicizia, lealtà e rispetto delle persone; tutto questo giocando al pallone per ricordare un amico scomparso.
PUBBLICATO NEL GENNAIO 2015
Ogni anno “gli amici” organizzano a Porto Cesareo il Memorial “Matteo De Pace”, giunto alla XIII edizione, per ricordare il giovane amico prematuramente scomparso nel 2001 in un tragico incidente stradale. Da qualche anno l’evento è preparato in collaborazione con l’associazione “La primavera nel mondo” ONLUS. La manifestazione da un lato, ci aiuta a ricordare Matteo che amava i bambini divertendo chiunque, dall’altro è fonte di finanziamento per il progetto “Porto Cesareo for Africa” per la realizzazione della scuola materna St.Mary a Laropi (Uganda) col partenariato della Regione Puglia. I lavori iniziati nel marzo 2013 stanno per concludersi come ho potuto constatare personalmente nella mia visita in Africa con Padre Terence. Il Memorial ha luogo a metà dicembre e, nonostante l’umido e il freddo, la risposta in termini di presenza e partecipazione dei giovani è straordinaria. Un evento atteso tutto l’anno che unisce diverse fasce di età favorendo l’integrazione con la comunità magrebina che partecipa al torneo. Sedici squadre si contendono il titolo nel ricordo di Matteo, mentre in parallelo si svolge una gara per i più piccoli; centinaia di giovani si ritrovano con gioia e per tre settimane il campo di calcetto diventa centro d’incontro di Porto Cesareo. La palese dimostrazione che basta poco per avvicinar fra loro i giovani e renderli partecipi. Sport, divertimento, compartecipazione, sano agonismo e solidarietà: ecco gli ingredienti di sempre. Questo evento vuole essere solo una minuscola opportunità che viene offerta agli adolescenti per ritrovarsi, scoprire e vivere quei valori della vita ai quali sono particolarmente sensibili: amicizia, lealtà e rispetto delle persone; tutto questo giocando al pallone per ricordare un amico scomparso.
PUBBLICATO NEL GENNAIO 2015
CREATIVITA': SOFFIARE SULLA VITA
di Alessio Peluso
I luoghi comuni di questi tempi vanno di moda, e quello delle nuove generazioni è tra i più rimarcati: "i giovani d'oggi non hanno voglia di far nulla...". Solo che le credenze di massa sono fatte per essere smentite, soprattutto se un gruppo di ragazzi decide di mettersi in gioco affrontando la vita a "muso duro", come diceva Pierangelo Bertoli, e dando spazio alla fantasia. Su queste basi nasce l’associazione "MA NOI NO" centro culturale che, come nucleo del progetto, ha la creatività giovanile. E così durante il mese di giugno originale iniziativa con l'organizzazione del torneo di calcetto con le maglie delle nazionali, accrescendo il legame umano tra le diverse etnie presenti nel nostro paese a partire dal Marocco, Senegal, Polonia, Romania ect. L'evento ci ha trainato fino al contemporaneo inizio dei mondiali di calcio in Brasile e ha sorpreso cittadinanza e turisti per l'ottimo lavoro organizzativo, la partecipazione di giovani e adulti e anche per la novità della cronaca diretta a bordo campo sia in italiano che in francese per le competizioni di cartello della serata. La stessa Azione Cattolica Giovani è stata lieta di aver collaborato, poiché sport, musica, teatro ed originalità di proposte ci appartengono. E se l'obiettivo è dare vita, i giovani sono sempre in grado di rispondere adeguatamente, arrivando al cuore della gente per il bene comune.
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2014
I luoghi comuni di questi tempi vanno di moda, e quello delle nuove generazioni è tra i più rimarcati: "i giovani d'oggi non hanno voglia di far nulla...". Solo che le credenze di massa sono fatte per essere smentite, soprattutto se un gruppo di ragazzi decide di mettersi in gioco affrontando la vita a "muso duro", come diceva Pierangelo Bertoli, e dando spazio alla fantasia. Su queste basi nasce l’associazione "MA NOI NO" centro culturale che, come nucleo del progetto, ha la creatività giovanile. E così durante il mese di giugno originale iniziativa con l'organizzazione del torneo di calcetto con le maglie delle nazionali, accrescendo il legame umano tra le diverse etnie presenti nel nostro paese a partire dal Marocco, Senegal, Polonia, Romania ect. L'evento ci ha trainato fino al contemporaneo inizio dei mondiali di calcio in Brasile e ha sorpreso cittadinanza e turisti per l'ottimo lavoro organizzativo, la partecipazione di giovani e adulti e anche per la novità della cronaca diretta a bordo campo sia in italiano che in francese per le competizioni di cartello della serata. La stessa Azione Cattolica Giovani è stata lieta di aver collaborato, poiché sport, musica, teatro ed originalità di proposte ci appartengono. E se l'obiettivo è dare vita, i giovani sono sempre in grado di rispondere adeguatamente, arrivando al cuore della gente per il bene comune.
PUBBLICATO NEL LUGLIO 2014